Cos’è la sindrome da svapo?
“Sindrome da svapo”, talvolta indicata anche come polmone da svapo, è un termine usato per identificare pericolose condizioni polmonari sviluppate da chi fa uso della sigaretta elettronica; alla data del 5 novembre 2019 si contano più di 2000 casi negli Stati Uniti e almeno 39 morti accertati (altri sono in fase di studio).
Secondo alcuni Autori la patologia sta acquisendo un andamento epidemico.
Quali sono i sintomi?
Il CDC americano riporta che i pazienti colpiti presentano sintomi come:
- tosse,
- affanno,
- dolore toracico,
- nausea e/o vomito,
- diarrea,
- affaticamento,
- febbre e brividi,
- perdita di peso,
- dolore addominale.
Alcuni pazienti hanno riferito che i sintomi si sono sviluppati nell’arco di alcuni giorni, mentre in altri casi il decorso è stato più lungo (settimane).
Quali sono le cause?
A collegare i diversi pazienti è l’abitudine all’uso della sigaretta elettronica, ma ad oggi non è ancora stata individuata la sostanza o il fattore direttamente collegato alla comparsa dei sintomi.
La maggior parte dei pazienti esaminati, ma non tutti, hanno riferito di usare sigarette elettroniche contenenti THC (il principio attivo della marijuana); molti hanno riferito l’uso di THC e nicotina e infine, alcuni, della sola nicotina.
L’ipotesi ad oggi più accreditata è legata alla presenza di vitamina E nei liquidi usati, ma tra le possibili ipotesi alternative al vaglio dei ricercatori ci sono anche:
- composti aromatizzanti
- utilizzo con oli a base di tetraidrocannabinolo (THC),
- dispositivi non autorizzati acquistati su un mercato non controllato (“in strada”).
La vitamina E, in forma di acetato, è una sostanza normalmente utilizzata in prodotti di consumo topici (da usare sulla pelle) e negli integratori alimentari, ma la letteratura è invece estremamente limitata in termini di effetti e conseguenze a seguito di inalazione.
È possibile che alcuni di questi ingredienti non vaporizzino completamente e raggiungano i polmoni in forma di minuscole goccioline (oleose, nel caso della vitamina E), il cui accumulo potrebbe diventare l’innesco per rare forme di polmonite (polmonite eosinofila acuta, polmonite organizzata, polmonite lipoidea, sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), polmonite da ipersensibilità, polmonite interstiziale a cellule giganti, …).
Alla luce dei casi attuali è stata, almeno per ora, esclusa un’origine infettiva.
Come si cura?
Essendo una condizione non ancora studiata né perfettamente compresa, non esistono linee guida o indicazioni di trattamento specifiche;
- molti pazienti hanno richiesto la somministrazione di ossigeno,
- in alcuni casi è stato necessario ricorrere alla ventilazione assistita.
Cortisone ed antibiotici sono stati somministrati in diversi casi, ma se nel primo caso si sono osservati generali miglioramenti della condizione, l’uso esclusivo di antibiotici non ha sortito miglioramenti (per questa ragione è stata esclusa un’origine batterica).
Se adesso non ho sintomi e smetto di farne uso, cosa rischio?
Tutti i casi segnalati ad oggi sono legati ad un utilizzo di svapo nei 90 giorni precedenti, ma è presto per poter dare risposte certe.
Cosa fare?
Gli organismi americani consigliano di rivolgersi immediatamente al proprio medico in caso di comparsa di sintomi respiratori, ma si raccomandano anche di evitare l’acquisto di dispositivi e sostanze correlate alla sigaretta elettronica al di fuori dei canali ufficiali e controllati.
Il CDC americano sottolinea inoltre che, se si è adulti e si fa utilizzo della sigaretta elettronica dopo aver smesso di fumare, ad oggi NON c’è motivo di ricominciare a fumare.
Fonti
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.