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Cos’è l’ibisco?
- È un infuso con un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto
- Potrebbe essere in grado di abbassare la pressione del sangue quanto un farmaco.
- Al palato rivela un gusto piacevole e il suo colore rosso vivace evoca la bellezza del suo incantevole fiore.
Però attenzione, ci sono almeno due aspetti davvero importanti da tenere in considerazione e che devono indurti a prendere qualche avvertenza prima di consumarlo… ma di questo ne parliamo dopo.
Conosciuto scientificamente come Hibiscus sabdariffa, l’ibisco è una pianta dalla storia ricca e complessa, che trascende la sua bellezza esteriore per rivelare potenziali benefici per la salute.
Appartiene alla famiglia delle Malvaceae e si distingue per i suoi grandi fiori colorati, dal bianco al giallo pallido con una caratteristica macchia rossa base di ogni petalo. Fiori che hanno un robusto calice alla base che diventa di un bel rosso vivo mentre il frutto matura.
Originario delle regioni tropicali, lo vediamo spesso come pianta ornamentale, ma l’ibisco è stato a lungo apprezzato in molte culture per le sue proprietà medicinali e per il suo utilizzo in una varietà di applicazioni culinarie e terapeutiche… ma cosa c’è di vero?

Shutterstock/Alexander Pekour
Il Karkadè: un tè tradizionale
Uno degli usi più noti dell’ibisco è la preparazione del karkadè, un tè rosso tradizionale popolare in molte culture, in particolare in Nord Africa e nel Medio Oriente. Il karkadè è noto per il suo sapore distintivo, asprigno e leggermente acidulo con alcune note che potrebbero ricordare i frutti di bosco, e soprattutto per il suo affascinante colore rosso intenso.
Contiene un po’ di vitamina C, ma soprattutto se lo prepari a caldo è probabilmente che non ne rimanga poi molta… ma non è un grosso problema, perché in realtà quello che ci stuzzica di più di questo infuso è altro.
Come si prepara?
La marca che uso io suggerisce due possibilità:
- infusione in acqua bollente per 5-10 minuti, a seconda della preferenza personale per un gusto più o meno intenso (un tempo di infusione più lungo estrarrà più sapore e nutrienti, ma anche più tannini, che possono rendere il sapore più amaro; in questo studio si consiglia di non superare i 5 minuti),
- oppure acqua fredda per tutta la notte, per avere poi la bevanda pronta al mattino successivo.
Proprietà e benefici
Uno dei principali benefici dell’ibisco è senza dubbio la sua alta concentrazione di antiossidanti, peraltro con elevata biodisponibilità. I fiori contengono acidi organici come l’acido clorogenico, ma anche flavonoidi e antociani, quest’ultimi in grado di conferire ai fiori il loro colore rosso caratteristico. Gli antiossidanti aiutano a combattere i radicali liberi nel corpo, riducendo lo stress ossidativo e prevenendo danni cellulari.
Come scrive il portale MedLinePlus, il karkadé viene tuttavia consumato con l’obiettivo di controllare la pressione alta, il colesterolo alto e molte altre condizioni, ma in realtà non ci sono prove scientifiche davvero valide a sostegno della maggior parte di questi usi.
Le evidenze più interessanti sono proprio quelle che suggeriscono una possibile efficacia relativa ai valori pressori; il Dr. Greger scrive che è proprio la pressione alta l’indicazione dove l’ibisco ha modo di brillare, ma in questo caso io onestamente sarei più cauto.
L’ibisco sembra essere in grado di favorire la produzione di ossido nitrico, un gas che è in grado di indurre vasodilatazione nelle arterie e conseguente riduzione dei valori di pressione… è peraltro lo stesso meccanismo sfruttato anche da numerosi farmaci utilizzati routinariamente in Medicina. Inoltre è stato scoperto che l’estratto di agisce come un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina, quantomeno in vitro, altro meccanismo espresso da numerosi farmaci.
Tanto è vero che si trova uno studio in letteratura, di discreta qualità, i cui autori dimostrano un’efficacia paragonabile a quella del captopril, un farmaco usato per la pressione alta.
E allora perché questi dubbi? Perché c’è una revisione Cochrane recente che c’induce alla cautela; in parole semplici si tratta di una revisione degli studi disponibili, ma condotta con criteri estremamente rigorosi, tanto da essere considerata uno degli standard più elevati nella ricerca basata sull’evidenza, specialmente nel campo della salute e della medicina.
Tra gli altri possibili benefici associat al consumo di ibisco figurano:
- controllo dell’obesità,
- riduzione dei livelli di colesterolo,
- miglioramento del fegato grasso.
Per queste indicazioni NON esistono ad oggi evidenze davvero robuste, solo studi preliminari, magari anche promettenti, ma non sufficienti a poter affermare con certezza l’efficacia dell’infuso, anche perché come spesso succede con gli estratti vegetali in alcuni casi il fattore limitante è la dose realmente consumabile.
E allora perché non prendere semplicemente delle compressine invece di preparare il tè? Perché come spesso accade non sappiamo esattamente quali siano i principi attivi responsabili dell’effetto, né soprattutto in quale combinazione.
Questo significa che bere l’infuso NON funziona? No.
Allora funziona? Ehm… potrebbe, ma ad oggi non lo sappiamo
Mettiamola così: io cerco di bere ogni giorno una tazza di un qualche infuso, tipicamente durante lo spuntino di metà pomeriggio, partendo dal presupposto che abbiamo invece evidenze molto forti che supportano un consumo quotidiano di tè verde.
Come diciamo sempre parlando di dieta sana e attività fisica, l’approccio più efficace è quello a cui riesci ad aderire quotidianamente, o quantomeno con una ragionevole costanza. Io cerco di applicare lo stesso approccio anche alle mie scelte quotidiane di bevande calde: mi piace variare tra diversi tipi di tè, includendo l’ibisco e, occasionalmente, altre alternative.
È questa la strategia più efficace per una salute ottimale? Non necessariamente, ma è quella che trovo più facile da mantenere nella mia routine quotidiana.
Il karkadè è quindi una possibilità che hai, da giocarti insieme alle altre opzioni disponibili.
Controindicazioni ed effetti collaterali
I preparati a base di ibisco, prevalentemente l’infuso e gli estratti acquosi, hanno un uso tradizionale che affonda le radici nel tempo e sono quindi generalmente considerati sicuri.
I dati tossicologici disponibili, per quanto limitati, supportano questa valutazione, tuttavia t’invito a prestare attenzione a due aspetti molto importanti:
- il possibile apporto non trascurabile di Manganese e Alluminio, che inducono a suggerire un po’ di cautela con le quantità,
- e l’acidità dell’infuso, che potrebbe essere un po’ troppo aggressiva sullo smalto dei denti. Anche per questa ragione meglio non esagerare e, soprattutto in presenza di fattori di rischio importanti, valutare eventualmente la cannuccia o più semplicemente sciacquare la bocca con un po’ d’acqua dopo il consumo. Per la stessa ragione suggerirei attenzione anche a chi soffre di problemi di stomaco, anche se non ho trovato segnalazioni in proposito.
Per varie ragione si ritiene infine controindicato in gravidanza, mentre per i possibili effetti farmacologici esplorati in precedenza si suggerisce attenzione in caso di assunzione di farmaci per pressione alta, colesterolo o diabete.
Fonti e bibliografia
- infusione in acqua bollente per 5-10 minuti, a seconda della preferenza personale per un gusto più o meno intenso,
- oppure acqua fredda per tutta la notte, per avere poi la bevanda pronta al mattino successivo.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.