La luce che attraversa il rubino nel bicchiere, il tintinnio dei brindisi, la promessa di polifenoli “protettivi”: tutto sembra congiurare a farci credere che un po’ di vino rosso non possa che far bene.
Ma la ricerca degli ultimi anni ha ribaltato l’assunto: l’alcol è alcol, indipendentemente dalla bevanda: i suoi effetti iniziano dal primo sorso e NON esiste dose sicura.
Il “bicchiere che fa buon sangue” esiste soltanto nella nostra immaginazione (e nelle campagne di marketing).
Ma vale la pena fare qualche ragionamento in più per capire cosa possa essere considerato a basso rischio.
Cosa suggeriscono le linee guida
Tabella espressa in UA (Unità Alcoliche), vedi dopo.
| Documento | Uomini adulti | Donne adulte | Over 65 | Nota chiave |
|---|---|---|---|---|
| Ministero Salute / ISS (Italia) | ≤ 2 UA/die | ≤ 1 UA/die | ≤ 1 UA/die | Sotto i 18 anni e in gravidanza: zero (fondazioneveronesi.it) |
| American Heart Association | ≤ 2 drink | ≤ 1 drink | – | “Se non bevi, non iniziare.” (heart.org) |
| WHO Europa 2023 | colspan=3 | Nessun livello è sicuro; less is better – meglio ancora none. (who.int) |
Tradotto: il tetto massimo “a basso rischio” è 1-2 bicchieri al giorno, solo per adulti in buona salute e solo se assunti durante i pasti.
Che cos’è una “unità alcolica”?
In Italia 1 UA corrisponde a 12 g di alcol puro, equivalenti a:
- 125 ml di vino 12 % vol (il classico “bicchiere da osteria”)
- 330 ml di birra 4,5 % vol
- 40 ml di superalcolico 40 % vol (fondazioneveronesi.it)
Ricorda: Dal punto di vista del rischio la quantità di alcol conta più del tipo di bevanda.
Perché “meno è meglio” (e perché zero è ancora meglio)
- Pressione arteriosa: anche un solo drink quotidiano è sufficiente ad aumentare la pressione nel tempo, con un effetto dose-dipendente (heart.org).
- Cuore e vasi: una meta-analisi su 5,8 milioni di persone non ha trovato protezione cardiovascolare da consumi leggeri o moderati; ridurre l’alcol riduce gli eventi cardiaci maggiori
- Cancro: l’etanolo è classificato IARC gruppo 1 (stesso livello di rischio del tabacco); metà dei tumori alcol-correlati deriva da consumi “moderati” (who.int).
E i famosi polifenoli?

È vero che resveratrolo e compagni hanno proprietà antiossidanti, ma:
- Le dosi efficaci negli studi di laboratorio sono decine di volte superiori a quelle contenute in un bicchiere.
- Gli stessi composti si trovano in uva, frutti di bosco e arachidi, senza il “fardello” tossico dell’alcol.
Conclusione: il beneficio potenziale dei polifenoli non compensa il rischio legato all’etanolo (mayoclinic.org).
Per chi il limite DEVE essere zero?
- Gravidanza e allattamento
- Minori di 18 anni
- Patologie epatiche, pancreatiche, cardiache, psichiatriche
- Terapie farmacologiche che interagiscono con l’alcol
- Storia personale o familiare di dipendenza
Messaggio da portare a casa
Il vino rosso può essere un piacere culturale e sensoriale, ma non è una medicina, è un veleno: i vantaggi attribuiti alla “dieta mediterranea” derivano da frutta, verdura, cereali integrali e stile di vita attivo e non dal vino (anzi, potremmo dire nonostante la presenza del vino).
Se scegli di bere, fallo con la stessa consapevolezza con cui controlleresti la pressione o il colesterolo: conta le unità, ascolta il tuo corpo, ricorda che la soglia di rischio si abbassa con l’età e con le condizioni di salute. In caso di dubbio, un giorno (o una vita) da astemi vale più di mille brindisi.