- Chi crede che mangiare più vegetale significhi diventare vegano
- Chi crede che i legumi siano una minaccia alla virilità
- Chi teme la carenza di proteine…
- Chi confonde “vegetale” con “triste”
- Chi ritiene che “se fosse giusto, lo farebbero tutti”
- Chi si sente offeso dalla parola “soia”
- Quindi, chi non dovrebbe passare a un’alimentazione più vegetale?
In un mondo in cui il clima impazzisce, le foreste si trasformano in hamburger e i cardiologi hanno la fila fuori dallo studio tipo concerto dei Coldplay, qualcuno ancora resiste.
Imperterrito.
Eroico.
Carnivoro.
Anzi, onnivoro militante, che è come dire: “Mangio tutto, purché abbia avuto una madre”.
E allora celebriamoli, questi eroi della bistecca, questi temerari difensori del colesterolo alto. Perché – diciamolo – non tutti dovrebbero passare a un’alimentazione più vegetale. Ecco una rassegna, scientificamente molto discutibile, ma sociologicamente affascinante, di chi dovrebbe assolutamente continuare a mangiare come se fosse ancora il 1990.
Chi crede che mangiare più vegetale significhi diventare vegano
Spoiler: no, non devi firmare un contratto con la Società Vegana Internazionale per iniziare a mangiare più legumi.
Nessuno ti sequestrerà il pecorino o ti obbligherà a chiamare il tofu “formaggio”.
Mangiare più vegetale significa, banalmente, aggiungere più cibo vegetale alla tua dieta e ridurre i derivati animali.
È un di più, non un mai più (a meno che non sia tu a deciderlo).
Non serve bruciare il barbecue in giardino e tatuarsi una foglia di kale sul bicipite. Basta iniziare a usare anche la parte sinistra del carrello al supermercato: quella con i colori, la fibra e la vita.
Chi crede che i legumi siano una minaccia alla virilità
Se pensi che mangiare ceci sia un atto di codardia, che le lenticchie mettano in discussione la tua identità sessuale e la soia abbassi il tuo testosterone (spoiler, non lo fa) allora sì: meglio una fiorentina cruda al giorno che una crisi esistenziale.
Non vorremmo mai che un’insalata di quinoa ti facesse sentire… vulnerabile.
Chi teme la carenza di proteine…
Il grande paradosso: la paura che togliendo la carne manchino le proteine, ma nessuna preoccupazione invece per l’evidente carenza di verdure, fibre, e attività fisica.
La carenza proteica in Occidente è un problema reale… esattamente come lo Yeti. Se ne sente parlare, ma nessuno l’ha mai vista.
Chi confonde “vegetale” con “triste”
Per alcuni, tutto ciò che non sanguina è “insapore”.
Non sanno che esiste il curry, il tahin, il miso, il kimchi, le spezie, le erbe, le fermentazioni.
Per loro il massimo della cucina vegetale è il minestrone surgelato senza sale, e capisci bene che nessuno sopravviverebbe a lungo così.
Chi ritiene che “se fosse giusto, lo farebbero tutti”
Ah, la logica del gregge.
Come se l’etica fosse un referendum.
Del tipo: “Se la carne fosse davvero un problema, non ci sarebbero interi reparti del supermercato pieni di salumi, giusto?”
Certo, come dire che se le sigarette fanno male, perché le vendono ancora? Domande a cui risponderà la storia. O il tuo colesterolo.
Chi si sente offeso dalla parola “soia”
“Sapete cosa c’è nella soia? Gli ORMONI!” gridano mentre trangugiano wurstel contenenti l’intero catalogo chimico di Breaking Bad.
In realtà, la soia non ha ormoni, ha fitoestrogeni, che hanno effetti ben diversi e in molti casi benefici. Ma non ti preoccupare: nessuno ti obbliga a mangiarla. Mangia lenticchie. O piangi in tofu.
Quindi, chi non dovrebbe passare a un’alimentazione più vegetale?
Forse nessuno.
Ma se proprio dobbiamo trovare delle eccezioni, diciamo che:
- Chi è allergico alla coerenza
- Chi soffre di orticaria morale davanti al concetto di empatia
- Chi crede che il pianeta si salverà “con la tecnologia” mentre sbrana un kebab da asporto alle 3 del mattino
…allora sì, forse loro possono continuare a mangiare come se non ci fosse un domani.
Spoiler: potrebbe non esserci davvero un domani, continuando così.