Nuovo codice della strada: farmaci e tasso alcolemico

Ultima modifica

Etilometro e tasso alcolemico

Il 14 dicembre 2024 è entrato in vigore il nuovo Codice della Strada, che introduce significative modifiche mirate a garantire una maggiore sicurezza sulle strade italiane. Tra gli aggiornamenti più rilevanti spiccano le nuove disposizioni riguardanti la guida sotto l’effetto di alcol, sostanze stupefacenti e specifici farmaci.

Con l’inasprimento delle sanzioni, diventa quindi di grande importanza comprendere non solo quali farmaci possano alterare le capacità di guida, ma anche il loro potenziale impatto sui risultati dell’etilometro (alcool-test), per evitare fraintendimenti o situazioni di rischio.

L’Articolo 186 del Codice della Strada prevede oggi 3 soglie di alcolemia:

  • da 0,51 a 0,8 grammi per litro (g/L),
  • da 0,81 a 1,5 g/L
  • e oltre 1,5 g/L,

ciascuna associata a specifiche sanzioni per guida in stato di ebbrezza.

Inoltre, per i neopatentati è introdotto un tasso alcolemico zero, con pene ancora più rigide per le violazioni.

Farmaci contenenti alcool

Uomo di fronte alla richiesta di sottoporsi all'etilometro

Shutterstock/LightField Studios

Alcuni esempi (elenco NON esaustivo, si consiglia di leggere l’elenco degli eccipienti dei farmaci in uso):

  • Sciroppi per la tosse: molti sciroppi per la tosse, come quelli a base di destrometorfano, contengono alcool.
  • Soluzioni per gocce orali: sedativi o ansiolitici come il diazepam in forma liquida (es. Valium gocce).
  • Collutori e spray orali: prodotti antisettici (es. Listerine) contenenti fino al 26% di alcool.

Questi farmaci includono alcool etilico come eccipiente, utilizzato per migliorare la solubilità degli ingredienti attivi o come conservante. Sebbene la quantità di alcool contenuta nei farmaci sia spesso ridotta, l’assunzione recente può contribuire a un valore elevato rilevato dall’etilometro, soprattutto in specifiche circostanze.

Collutori e spray orali

L’uso di collutori antisettici o spray orali rappresenta uno dei principali scenari in cui si verifica un’interferenza con l’etilometro.

Questi prodotti possono contenere concentrazioni di alcool molto elevate, fino al 26%, e vengono utilizzati direttamente nella cavità orale. Quando l’alito viene analizzato poco dopo l’uso, l’etilometro può rilevare l’alcool ancora presente nella bocca, indipendentemente dalla quantità effettivamente assorbita nel sangue. La concentrazione ematica di alcool derivante dall’uso di un collutorio è infatti generalmente trascurabile, ma l’alcool residuo nella saliva o sulle mucose può causare un risultato falsamente positivo.

Questo effetto si riduce progressivamente con il tempo, man mano che il residuo evapora o viene diluito dalla produzione naturale di saliva.

Farmaci orali (sciroppi, gocce)

Gli sciroppi per la tosse e le soluzioni in gocce orali (come ansiolitici o sedativi, ma anche numerose tinture idroalcoliche fitoterapiche) contengono alcool in quantità minime, generalmente inferiori al 10% del volume totale. Tuttavia, poiché vengono ingeriti, la quantità di alcool può contribuire a un leggero aumento della concentrazione ematica, anche se non sufficiente a produrre effetti psicoattivi. Questo contributo, seppur marginale, può diventare rilevante se combinato con l’assunzione di bevande alcoliche: la somma delle quantità potrebbe far superare i limiti di legge.

Per esempio, un soggetto che ha consumato una modesta quantità di alcool alimentare (es. un bicchiere di vino) e che assume uno sciroppo contenente alcool potrebbe raggiungere una concentrazione di alcool nel sangue e nell’alito sufficiente a essere rilevata dall’etilometro.

Questo rischio è più significativo nei soggetti con un peso corporeo ridotto o un metabolismo epatico alterato.

Meccanismo

L’alcool contenuto in questi farmaci è direttamente rilevabile dall’etilometro, ma il meccanismo di interferenza varia:

  • Collutori e spray orali: il problema deriva dalla presenza di residui di alcool nella cavità orale al momento del test, piuttosto che da un assorbimento sistemico. L’effetto è temporaneo e si attenua rapidamente.
  • Farmaci orali: la quantità di alcool è solitamente modesta e contribuisce solo in minima parte alla concentrazione ematica, ma può sommarsi ad altre fonti di alcool (ad esempio bevande alcoliche), aumentando il rischio di superare i limiti.

In entrambi i casi, il momento dell’assunzione rispetto al test gioca un ruolo cruciale: più recente è l’uso, maggiore sarà l’interferenza.

Farmaci che alterano la farmacocinetica dell’alcool

Alcuni farmaci possono modificare il metabolismo dell’alcool nel corpo, influenzando i meccanismi di assorbimento, distribuzione, metabolizzazione ed eliminazione. Queste alterazioni possono portare a livelli di alcool nel sangue più elevati o a un’eliminazione più lenta, con un aumento della durata e dell’intensità degli effetti dell’alcool. Ciò può riflettersi direttamente sui valori rilevati dall’etilometro, anche se il consumo di alcool non è eccessivo.

La farmacocinetica dell’alcool nel corpo si articola in tre fasi principali:

  1. Assorbimento: L’alcool viene assorbito rapidamente a livello dello stomaco e dell’intestino tenue. Alcuni farmaci possono rallentare la motilità gastrointestinale, prolungando l’assorbimento e alterando la curva temporale della concentrazione ematica di alcool.
  2. Metabolismo epatico: Il fegato metabolizza circa il 90% dell’alcool, principalmente attraverso due enzimi: l’alcool deidrogenasi (ADH) e il citocromo P450 (CYP2E1). Farmaci come il disulfiram e gli antifungini azolici interferiscono direttamente con questi processi, rallentando la conversione dell’etanolo.
  3. Eliminazione: L’alcool viene eliminato in parte attraverso l’urina, il sudore e l’alito. Se il metabolismo epatico è rallentato, la quantità di alcool eliminata attraverso il respiro aumenta temporaneamente, influenzando i valori dell’etilometro.

I farmaci che alterano la metabolizzazione dell’alcool possono quindi causare:

  • Livelli ematici più elevati: L’eliminazione rallentata fa sì che l’alcool rimanga in circolazione più a lungo.
  • Risultati falsati: Anche piccole quantità di alcool consumate possono portare a letture elevate, specialmente in presenza di farmaci che inibiscono gli enzimi epatici.
  • Effetti cumulativi: L’uso prolungato di farmaci che interferiscono con la farmacocinetica dell’alcool può amplificare gli effetti di un consumo moderato, rendendo più difficile prevedere i livelli etanolemici.

In sintesi, l’associazione tra determinati farmaci e il consumo di alcool deve essere monitorata attentamente per evitare risultati inattesi o falsamente elevati nei test etilometrici.

Esempi

Alcuni esempi noti annoverano (elenco NON esaustivo, si consiglia di leggere il foglietto illustrativo, alla voce “Interazioni” e “Consumo di alcolici”):

  • Disulfiram (Antabuse): Questo farmaco, utilizzato nel trattamento dell’alcolismo, inibisce l’enzima aldeide deidrogenasi, fondamentale per la metabolizzazione dell’alcool. Quando una persona consuma alcool sotto l’effetto del disulfiram, l’etanolo viene metabolizzato in acetaldeide ma non può essere ulteriormente convertito in acido acetico. L’accumulo di acetaldeide provoca una reazione tossica, con sintomi quali nausea, vomito, tachicardia e pressione bassa. Sebbene l’etilometro non rilevi direttamente l’acetaldeide, la metabolizzazione rallentata dell’alcool può determinare un aumento della concentrazione ematica di etanolo.
  • Antifungini azolici (es. ketoconazolo, fluconazolo): Questi farmaci inibiscono gli enzimi del citocromo P450 (in particolare CYP2E1), coinvolti nel metabolismo epatico dell’alcool. Di conseguenza, l’alcool viene metabolizzato più lentamente, prolungando la sua permanenza nel sangue e potenzialmente amplificando i valori rilevati dall’etilometro.
  • Cimetidina e ranitidina (anti-H2): Utilizzati nel trattamento dell’ulcera e del reflusso gastroesofageo, questi farmaci possono interferire con il metabolismo dell’alcool rallentandone l’eliminazione epatica. La loro azione può risultare in un aumento modesto ma clinicamente significativo dei livelli ematici di alcool. La ranitidina peraltro non è più in commercio.
  • Antibiotici nitroimidazolici (es. metronidazolo): Sebbene il loro effetto sull’alcool sia controverso, alcuni studi suggeriscono che possano inibire parzialmente il metabolismo epatico dell’etanolo, contribuendo a un accumulo temporaneo.
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