Se i frutti potessero avere crisi d’identità, il primo in lista sarebbe il fico:
- botanicamente non è nemmeno un frutto,
- culturalmente è un doppio senso che non fa più ridere,
- a tavola terrorizza i salutisti
- e c’è chi giura che a ogni morso si senta lo scricchiolio di cadaveri di insetti.
E poi ancora:
- Fa bene o fa male mangiare i fichi?
- Quanti se ne possono mangiare senza far schizzare la glicemia?
- Sono davvero così pieni di calorie?
- Buccia sì buccia no?
- Aiutano l’intestino o fanno venire la diarrea?
Cos’è il fico?

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Chiamiamolo pure frutto, ma in realtà è un siconio: un contenitore carnoso e chiuso che ospita centinaia di microfiori. Quando lo mordi, non stai addentando “un frutto”, ma un’intera piccola infrastruttura riproduttiva.
Al supermercato lo trovi in due versioni:
- Fico fresco: estivo, succoso, ricco d’acqua e profumatissimo.
- Fico secco: disidratato e concentrato; meno acqua, più zuccheri e quindi più calorie a parità di peso.
Quante calorie ha?
Parliamoci chiaro: il fico fresco dà soddisfazione. Ma oltre all’entusiasmo, cosa mangiamo?
Una porzione media da 150 g (circa 4–5 fichi) apporta 94 kcal. Non è la bomba calorica della leggenda: molte merendine fanno di peggio, ma soprattutto senza offrirti i benefici che decenni di solida letteratura attribuiscono con coerenza e costanza alla frutta.
Per porzione metti in tasca circa 3 g di fibra, tanta acqua e ~400 mg di potassio, numeri che ricordano da vicino la più celebrata banana.
In più, un piccolo ma utile corredo di micronutrienti, tra cui 65 mg di calcio: non curano l’osteoporosi, ma non sono niente male per un frutto.
Idem il ferro: non risolverai un’anemia, ma contribuisce al bilancio complessivo.
Alza la glicemia?
Timore classico: “se mangio due fichi la glicemia esplode?”. Niente di tutto questo.
I fichi hanno un indice glicemico di circa 35–50, quindi tendenzialmente basso. E guardando al carico glicemico — più utile perché considera anche i grammi di carboidrati nella porzione — siamo attorno a 7 per 100 grammi.
In breve: niente di apocalittico.
Insomma, il fico è dolce, ma educato.
Ovviamente se ne mangi 28 di fila il carico sale: a quel punto il problema non è solo la glicemia, ma l’equilibrio della dieta (e forse qualche domanda esistenziale).
Con i fichi secchi serve più cautela: tutto è concentrato — zuccheri, calorie, tentazioni — e il pericoloso “ancora uno e poi basta” diventa una discesa libera.
Ma i fichi fanno ingrassare?
Risposta breve: dipende da quanti ne mangi e da cosa mangi nel resto della giornata. Un fico fresco piccolo (circa 30 g) sta a 20–30 kcal, meno di molti biscotti, con in più acqua, fibra e micronutrienti. Il problema nasce quando passi da “assaggio poetico” a “me ne mangio 16”.
Per chi è in salute e si muove, nessun dramma. Per chi è perenne litigio con la bilancia, anche le calorie sane contano. Ricorda però che una dieta dimagrante sensata include comunque 2–3 porzioni di frutta al giorno, e i fichi non sono affatto esclusi. E soprattutto: non esiste il cibo che “fa ingrassare” in sé — a farlo sono quanta roba mangi e quanto poco ti muovi nel tempo.
Proprietà e benefici
Con oltre 6000 anni di storia, il fico è veterano della dieta mediterranea e porta con sé un bel bagaglio di sostanze bioattive. Non è una panacea, ma è un alimento interessante dal punto di vista nutrizionale e funzionale: in un contesto di dieta sana può dare una mano a metabolismo, intestino e forse apparato cardiovascolare.
È ricco di composti bioattivi come polifenoli, flavonoidi, antociani e carotenoidi. In alcune varietà scure gli antociani competono con mirtilli e more, e i fenoli totali possono superare tè e vino rosso. E poi ancora rutina, catechine, acido gallico, quercetina, epicatechina, acido clorogenico: gran parte si concentra nella buccia, che quindi va mangiata dopo un rapido risciacquo.
Ma questi antiossidanti servono davvero?
Studi preliminari su animali e in vitro indicano potenziali effetti su infiammazione, colesterolo e trigliceridi, e persino una riduzione della pressione arteriosa in alcuni modelli. Però gli studi clinici su umani sono pochi e i risultati non sono entusiasmanti. Non vuol dire che il fico “non serva”, ma che non possiamo ancora dire con sicurezza quanto.
E l’intestino?
Tradizionalmente visto come regolatore intestinale, grazie a fibre solubili e insolubili il fico ha mostrato beneficio anche in uno studio clinico su pazienti con sindrome dell’intestino irritabile a predominanza stitica, migliorando frequenza e qualità dell’evacuazione.
Detto questo, in alcune persone con colon irritabile “permaloso” i FODMAP del fico possono scatenare gonfiore e crampi: meglio non esagerare e regolarsi sulla propria sensibilità.
Un GRANDE pericolo
Ogni estate rispunta la leggenda: il lattice del fico aiuterebbe ad abbronzarsi.
Suggestivo, ma è una pessima idea.
Quel lattice bianco è una miscela irritante che contiene furanocumarine: in presenza di luce solare intensa possono provocare fitofotodermatiti, cioè ustioni chimiche da piante con arrossamenti, bolle e, nei casi peggiori, vere e proprie lesioni cellulari. Metti il lattice sulla pelle, esci al sole e dopo qualche ora ti ritrovi con bruciature decorate in stile “esperimento di cucina andato male”.
Quindi: non spalmarlo sulla pelle. Mangiare i frutti, invece, non è un problema: il lattice irritante è presente soprattutto nella buccia del frutto immaturo e diventa trascurabile in quello maturo. In pratica, quando il frutto è pronto:
- il lattice è quasi scomparso,
- la quantità di furanocumarine è molto bassa,
- e il fegato disattiva tutto prima che arrivi alla pelle.
Traduzione: puoi mangiare fichi anche con la buccia, salvo allergie o ipersensibilità, e il rischio è praticamente zero. Buona norma lavarsi le mani dopo averli maneggiati (attenzione al picciolo). E, come ricorda Wikipedia, foglie e gemme possono essere irritanti: sotto sole e caldo meglio coprirsi le braccia se ti infili nella chioma dell’albero.
Perchè i vegani non mangiano fichi?
Questione divisiva: alcune varietà — non tutte — richiedono l’impollinazione di una vespa specifica dal nome impronunciabile, che entra nel siconio, talvolta depone le uova e talvolta muore lì dentro.
Un vegano può mangiarli senza tradire i propri principi?
Dipende dalla varietà:
- Dove l’impollinazione non serve, nessun problema.
- Dove serve, c’è chi evita per coerenza e chi è più flessibile, considerando che è un processo spontaneo e non di sfruttamento organizzato. Fico e vespa coevolvono da milioni di anni in simbiosi mutualistica: il fico offre l’ambiente, la vespa l’impollinazione. Come sintetizza Wikipedia, il binomio insetto-fico è specie-specifico e, in alcune specie, mutualmente obbligato.
Ci sono cadaveri di vespa nel fico?
Domanda legittima ma rassicurazione semplice: no, non stai masticando cadaveri di vespa.
Nelle varietà che dipendono dall’impollinazione può capitare che l’insetto muoia nel frutto, ma il sistema è attrezzato: viene degradato da enzimi proteolitici naturali.
In natura non si butta via nulla: il piccolo corpo viene digerito e trasformato in nutrienti dal fico. Di identificabile non resta nulla — niente zampette, ali o “crunch” tra i denti. Fine della storia.
Per approfondire: Con i fichi stai mangiando cadaveri di insetti?