Cos’è la farmacologia
La farmacologia è la scienza che studia gli effetti dei farmaci sull’organismo, i loro meccanismi d’azione, il loro assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione. Questa disciplina rappresenta il ponte tra la ricerca di base e l’applicazione clinica dei medicinali, costituendo il fondamento scientifico della terapia farmacologica moderna.
Nella vita quotidiana la farmacologia influenza praticamente ogni aspetto della medicina moderna, dalla semplice assunzione di un antidolorifico per un mal di testa alla complessa gestione farmacologica di patologie croniche come il diabete o le malattie cardiovascolari.
Come si diventa farmacologo
In Italia il percorso per diventare farmacologo clinico inizia con la laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni), seguita dalla specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica, un percorso di formazione post-laurea della durata di 4 anni. Alternativamente, è possibile accedere alla professione anche con una laurea in Farmacia o Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, seguita da un dottorato di ricerca in ambito farmacologico.
I farmacologi possono lavorare in ambito clinico, nella ricerca accademica, nell’industria farmaceutica o nelle agenzie regolatorie come AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) o EMA (European Medicines Agency).
Di cosa si occupa il farmacologo

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Il farmacologo studia come i farmaci interagiscono con l’organismo a livello molecolare, cellulare, tissutale e sistemico. Le sue competenze spaziano dalla ricerca di base allo sviluppo di nuovi farmaci, dalla valutazione della loro efficacia e sicurezza fino all’ottimizzazione dei regimi terapeutici.
In ambito clinico il farmacologo collabora strettamente con medici di diverse specialità per personalizzare le terapie, gestire le interazioni farmacologiche e minimizzare gli effetti collaterali.
Quali ambiti tratta
La farmacologia abbraccia numerosi settori specialistici, tra cui:
- Farmacodinamica: studia i meccanismi d’azione dei farmaci e i loro effetti biochimici e fisiologici
- Farmacocinetica: analizza l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci nell’organismo
- Farmacogenetica e farmacogenomica: esaminano come le variazioni genetiche influenzano la risposta ai farmaci
- Farmacologia clinica: applica i principi farmacologici alla pratica medica
- Farmacologia dei sistemi: studia gli effetti dei farmaci sui diversi apparati (cardiovascolare, nervoso, respiratorio, ecc.)
- Tossicologia: valuta gli effetti nocivi dei farmaci e di altre sostanze chimiche
- Farmacovigilanza: monitora e valuta gli effetti avversi dei farmaci dopo la loro immissione in commercio
Quando rivolgersi al farmacologo clinico
Il medico di base gestisce generalmente le terapie farmacologiche standard e le problematiche comuni legate ai farmaci. Tuttavia, esistono situazioni in cui la consulenza di un farmacologo clinico diventa necessaria:
- Pazienti con reazioni avverse ai farmaci complesse o inusuali
- Persone che assumono regimi terapeutici complessi con numerosi farmaci (politerapia)
- Pazienti con risposta inadeguata alle terapie standard
- Soggetti con patologie multiple che richiedono un’attenta valutazione delle interazioni farmacologiche
- Popolazioni speciali come anziani, bambini, donne in gravidanza o pazienti con insufficienza renale o epatica
- Casi che richiedono personalizzazione della terapia basata su caratteristiche genetiche o altri fattori individuali
Come prepararsi alla visita
In ambito clinico il farmacologo collabora strettamente con i colleghi per la personalizzazione delle terapie, ma in caso di visita privata per ottimizzare la consulenza è consigliabile:
- Portare un elenco completo e aggiornato di tutti i farmaci assunti, inclusi dosaggi e orari di somministrazione
- Includere anche integratori, prodotti erboristici e farmaci da banco
- Preparare una cronologia dettagliata dei problemi riscontrati con i farmaci (quando sono iniziati, in che circostanze, ecc.)
- Portare referti di esami recenti, in particolare quelli relativi alla funzionalità epatica e renale
- Segnalare allergie o intolleranze a farmaci riscontrate in passato
- Informare il medico su abitudini rilevanti (fumo, alcol, dieta particolare)
- Preparare una lista di domande specifiche da porre durante la visita
È consigliabile non interrompere autonomamente alcuna terapia prima della visita, a meno che non sia stato espressamente indicato dal proprio medico curante.
Come si svolge la visita
Una consulenza farmacologica tipica si articola in diverse fasi:
- Inizialmente, il farmacologo raccoglie un’anamnesi dettagliata, con particolare attenzione alla storia farmacologica del paziente. Vengono esaminati tutti i farmaci assunti, le eventuali reazioni avverse riscontrate e le patologie concomitanti. Segue un esame obiettivo mirato alla valutazione di possibili segni di effetti collaterali o tossicità farmacologica.
- Il farmacologo analizza poi i risultati degli esami di laboratorio, con particolare attenzione ai parametri che possono influenzare la farmacocinetica (funzionalità epatica e renale) o che possono essere alterati dai farmaci. In alcuni casi, può essere necessario consultare il medico curante o altri specialisti coinvolti nella cura del paziente.
- Al termine della valutazione il farmacologo elabora raccomandazioni personalizzate che possono includere modifiche dei dosaggi, sostituzione di farmaci, aggiustamenti degli orari di somministrazione o strategie per minimizzare gli effetti collaterali.
Esami diagnostici che potrebbero essere prescritti
A seconda delle specifiche problematiche il farmacologo potrebbe richiedere:
- Esami di primo livello: emocromo completo, funzionalità epatica e renale, elettroliti, glicemia
- Monitoraggio terapeutico dei farmaci (TDM): misurazione delle concentrazioni plasmatiche di farmaci specifici
- Test genetici per identificare varianti che influenzano il metabolismo dei farmaci (es. polimorfismi del citocromo P450)
- Test allergologici per farmaci sospetti
- Esami specifici per valutare gli effetti dei farmaci su determinati organi (es. ecocardiogramma per cardiotossicità)
È importante sottolineare che questi esami vengono prescritti in base alle necessità individuali e non tutti i pazienti necessitano di tutte queste indagini.
Sottospecializzazioni e differenze con altre figure correlate
La farmacologia presenta diverse sottospecializzazioni, ciascuna con un focus specifico, tra cui:
- Farmacologo clinico: si concentra sull’applicazione dei principi farmacologici nella pratica clinica
- Tossicologo: specializzato nello studio degli effetti nocivi dei farmaci e di altre sostanze chimiche
- Neurofarmacologico: focalizzato sui farmaci che agiscono sul sistema nervoso
- Farmacoepidemiologo: studia l’uso e gli effetti dei farmaci nelle popolazioni
È importante distinguere il farmacologo da altre figure professionali correlate:
- Farmacista: professionista sanitario esperto nella preparazione, conservazione e dispensazione dei farmaci, nonché nella consulenza sul loro corretto utilizzo
- Medico specialista (es. cardiologo, neurologo): prescrive farmaci specifici per le patologie del proprio ambito, ma generalmente non ha la formazione approfondita sugli aspetti farmacologici complessi
- Farmacista ospedaliero: si occupa della gestione dei farmaci in ambito ospedaliero e può collaborare con il farmacologo clinico nell’ottimizzazione delle terapie
- Ricercatore farmaceutico: si concentra sullo sviluppo di nuovi farmaci, ma non necessariamente sulla loro applicazione clinica