Integratori di collagene, ne vale davvero la pena?

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 o sssIntegratore di collagene, a cosa serve?

L’interesse commerciale attorno al collagene è letteralmente esploso negli ultimi 10 anni, spesso (e forse un po’ troppo frettolosamente) associato a effetti quasi miracolosi su pelle, capelli e unghie. La sostanza riveste sicuramente un ruolo cruciale per questi tessuti e quindi la ricerca in questo senso è ragionevole, ma cosa dice la scienza?

Il collagene presente in bevande e integratori è tipicamente di provenienza animale (pesce, bovini, maiali o pollo), in genere in forma di corte catene di aminoacidi che idealmente dovrebbero contribuire alla produzione di collagene.

In altre parole l’idea è quella di fornire collagene già pronto, per arginare la perdita di quello endogeno (prodotto dal nostro corpo), con l’obiettivo di

  • ridurre le rughe,
  • aumentare l’idratazione della pelle,
  • migliorare la flessibilità delle articolazioni
  • e rinforzare unghie e capelli.

Ho qualche dubbio…

Il collagene è una proteina e, quando assunta per bocca, va inevitabilmente incontro allo stesso destino delle proteine introdotte con gli alimenti: viene digerito e poi assorbito.

Il processo di digestione delle proteine consiste nella rottura delle lunghe catene di amminoacidi in frammenti molto corti o addirittura fino all’ottenimento del singolo aminoacido (come se una catena venisse smontata nei singoli anelli).

Il primo dubbio che può sorgere in relazione all’introduzione di collagene è quindi relativo al fatto che una volta assorbito l’organismo non ha più modo di distinguere la provenienza originale dei frammenti (per questo stesso motivo, ad esempio, non è possibile somministrare  per bocca insulina ai pazienti diabetici).

Funziona?

Per verificare sperimentalmente gli effetti della somministrazione di collagene sono comunque stati condotti alcuni studi, raccolti in una meta-analisi del 2021 che si è concentrata sulle formulazioni a base di collagene idrolizzato, ottenuto per scomposizione della sostanza originale in frammenti di ridotta lunghezza. Obiettivo della ricerca era fare il punto sugli effetti dell’integrazione sulla pelle umana attraverso la revisione sistematica delle ricerche più solide e rigorose (studi randomizzati, in doppio cieco e controllati) volte a valutare i risultati in termini di:

  • rughe della pelle,
  • idratazione,
  • elasticità
  • e compattezza.

I 19 studi selezionati comprendono un totale di 1125 partecipanti di età compresa tra i 20 e i 70 anni, quasi interamente donne; abbastanza sorprendentemente (almeno a mio avviso…😉) sono emersi risultati soddisfacenti, portando gli autori a concludere che “l’ingestione di collagene idrolizzato per 90 giorni è efficace nel ridurre l’invecchiamento cutaneo, poiché riduce le rughe e migliora l’elasticità e l’idratazione della pelle”.

Risultati simili sono quelli ottenuti da un lavoro di ricerca bibliografica più recente.

Purtroppo non è chiaro se i benefici siano stati mantenuti anche dopo l’interruzione o meno, così come non si valuta quali formulazioni siano eventualmente più efficaci.

Risultati analoghi, anche se meno solidi, sono stati ottenuti nella valutazione delle bevande a base di collagene, mentre non risulta ad oggi un altrettanto favorevole effetto su capelli e unghie.

Quindi il collagene funziona o no?

Immagine concettuale con una donna che guarda l'obiettivo

Shutterstock/Roman Samborskyi

Posto che ad oggi nessuno studio ha provato che il collagene così somministrato sia quello che effettivamente viene destinato alla produzione di collagene della pelle, appare ragionevole tentare, anche se vale la pena di notare che la posizione dei dermatologi di Harvard è tuttora scettica, in attesa di ulteriori studi, numericamente più consistenti.

In termini di stile di vita è invece sicuramente consigliabile:

  • Adottare una dieta equilibrata che includa un adeguato apporto di proteine.
  • Smettere di fumare.
  • Limitare il consumo di alcolici.
  • Applicare regolarmente la protezione solare e indossare cappelli a tesa larga quando si trascorre molto tempo al sole.

Per stimolare la produzione di collagene nel nostro corpo è infine essenziale adottare una corretta alimentazione, che includa ad esempio cibi ricchi di vitamina C e un adeguato apporto di proteine.

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E il collagene idrolizzato?

Il collagene idrolizzato rappresenta una forma di integrazione proteica che ha suscitato notevole interesse nel campo della nutrizione e della cosmesi. Questa variante del collagene è ottenuta mediante un processo chimico denominato idrolisi, che frammenta la molecola originale in peptidi di dimensioni ridotte.

L’ipotesi alla base dell’utilizzo del collagene idrolizzato è che queste catene peptidiche di minori dimensioni possano essere assorbite dall’intestino in forma intatta, senza ulteriore degradazione a singoli aminoacidi. Ciò differenzia il collagene idrolizzato dalle proteine alimentari convenzionali, che vengono tipicamente scisse in aminoacidi singoli durante il processo digestivo.

Tuttavia, è importante considerare che l’organismo umano gestisce l’assimilazione e l’utilizzo delle proteine in base alle proprie necessità metaboliche. Non vi è garanzia che i peptidi di collagene assorbiti vengano specificamente destinati alla sintesi di nuovo collagene nei tessuti target.

L’organismo, infatti, tende a utilizzare gli aminoacidi e i peptidi assorbiti per la sintesi di diverse proteine in base alle esigenze fisiologiche correnti. Questo processo è analogo all’utilizzo di componenti modulari per costruire strutture diverse da quelle di origine.

Di conseguenza, nonostante il collagene idrolizzato possa offrire un profilo di assorbimento potenzialmente vantaggioso rispetto alle proteine intatte, non vi è certezza che il suo utilizzo si traduca direttamente in un aumento della sintesi di collagene nei tessuti specifici, come la pelle o le articolazioni.

Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l’efficacia specifica del collagene idrolizzato nel miglioramento della salute dei tessuti connettivi e per comprendere appieno i meccanismi attraverso i quali l’organismo utilizza questa forma di supplementazione proteica.

Esiste il collagene vegano?

Di norma il collagene usato per la formulazione degli integratori ha origine animale, ma è ad oggi possibile trovare in commercio anche alternative vegane; il collagene vegano viene prodotto in laboratorio, secondo varie procedure, ad esempio attraverso manipolazione genetica di lieviti e batteri fino all’espressione di geni in grado di garantire la sintesi proteica del collagene.

Viene quindi addizionata della pepsina (l’unico enzima digestivo dell’organismo umano in grado di digerire il collagene) per ottenere infine del collagene idrolizzato.

Alternative

Apparentemente più solide sono invece le prove a sostegno dell’uso dei retinoidi, una classe di composti che derivano dalla vitamina A e in grado di spegnere l’infiammazione e favorire la produzione di collagene, contribuendo a ridurre le rughe e altri indesiderati segni d’invecchiamento.

Tra le molecole più usate a questo scopo in ambito dermo-cosmetico il più comune è il retinolo.

Effetti collaterali

Gli integratori di collagene sono considerati ragionevolmente sicuri (le ricerche hanno studiato dosi anche molto elevate, fino a 10 grammi al giorno per un massimo di 5 mesi).

Controindicazioni

Ad oggi non sono note interazioni con altri integratori/farmaci né specifiche controindicazioni; a titolo di cautela si preferisce evitarne l’assunzione in gravidanza e allattamento.

Cos’è il collagene?

Il collagene è la proteina più abbondante nei mammiferi, rendendo conto di almeno il 25% della massa proteica totale; nell’uomo in particolare è responsabile di circa il 6% del peso corporeo. È la principale proteina del tessuto connettivo e si potrebbe pensare al collagene come un “mattoncino” che fornisce struttura e supporto alla pelle, oltre a fungere anche da “collante” per tenere insieme la pelle, le ossa, i tendini e molti altri tessuti nel nostro corpo.

Il paragone con la colla non è casuale: il termine collagene deriva dal greco κόλλα (kólla, ovvero colla) ed il sufffisso -γέν, -gene,  che può essere tradotto come produttore; l’etimologia suggerisce i primi utilizzi di questa sostanza, ovvero all’antico processo di bollitura della pelle e dei tendini di cavalli e altri animali per ottenere proprio una sostanza incollante. Noto già 4000 anni fa agli egiziani, se ne ritrovano tracce anche nei reperti dei nativi americani che lo hanno utilizzato 1.500 anni fa per la costruzione di archi, anche se la scoperta più antica  risale a ben 8000 anni fa (in forma di tracce presumibilmente usate come rivestimento protettivo su cesti di corda e tessuti ricamati, per tenere insieme utensili e decorazioni incrociate su teschi umani).

Da un punto di vista chimico è costituito da aminoacidi legati insieme in una complessa ma perfettamente ordinata struttura a forma di tripla elica di fibrille allungate (elica di collagene); si trova principalmente nel tessuto connettivo come cartilagine, ossa, tendini, legamenti e pelle.

Le fibre di collagene sono elastiche e resistenti e, insieme all’acido ialuronico e all’elastina, rivestono un ruolo di primo piano affinché la pelle appaia soda, elastica e giovane.

Fonti e bibliografia

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