Cosa sono i linfociti CD4?
I linfociti CD4 sono globuli bianchi, ovvero cellule del sistema immunitario, responsabili del coordinamento della risposta ad una minaccia, attraverso la stimolazione di altre cellule immunitarie come i macrofagi, i linfociti B e i linfociti T CD8.
L’HIV è un virus che indebolisce il sistema immunitario distruggendo le cellule CD4, fino a rendere estremamente difficile riuscire a combattere infezioni normalmente innocue; è anche il virus che causa l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), lo stadio più grave che può raggiungere l’infezione. Un paziente che sviluppi AIDS ha un numero così basso di CD4 da risultare esposto a gravissimi rischi da infezioni da virus, batteri o funghi che di solito non causano problemi nelle persone sane. Si tratta di infezioni cosiddette opportunistiche, perché si approfittano del calo di difese dell’organismo fino a diventare pericolose per la vita.
L’AIDS aumenta anche il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro, come ad esempio il sarcoma di Kaposi.
È importante notare che la maggior parte delle persone con HIV non ha l’AIDS e, ad oggi, attenendosi scrupolosamente alla terapia disponibile potrebbero non svilupparla mai.
Perché viene prescritto un esame dei CD4?
Il dosaggio dei CD4 è un esame del sangue che misura il numero di cellule CD4 in un campione di sangue del paziente, normalmente affetto da HIV, per controllare la salute del sistema immunitario, stimando ad esempio il rischio di sviluppare infezioni opportunistiche e specifici tipi di tumore. Può inoltre risultare utile per monitorare la risposta al trattamento, eventualmente in associazione al dosaggio della carica virale (che misura quanti virus sono in circolo).
Il test viene normalmente effettuato una prima volta per valutare lo stato basale del sistema immunitario al momento della scoperta dell’infezione da HIV, in seguito viene ripetuto ogni 3-6 mesi per monitorare la risposta alla terapia antiretrovirale (se il trattamento si dimostra efficace la frequenza può essere ridotta a 6-12 mesi).
Non viene in genere utilizzato per la diagnosi di HIV (si usa il test specifico), ma può essere utile per diagnosticare la fase terminale (AIDS).
Più raramente può essere richiesto per contribuire alla diagnosi o al monitoraggio di alcune altre condizioni in grado di influenzare il sistema immunitario:
- Monitorare il paziente dopo un trapianto di organi, che richiede l’assunzione di farmaci in grado di sopprimere l’attività del sistema immunitario per ridurre il rischio di rigetto; più raramente per monitorare la risposta all’assunzione di farmaci immunosoppressori per pazienti affetti da malattie autoimmuni.
- Aiutare a diagnosticare diversi tipi di linfoma e pianificare la terapia più adatta.
- Aiutare a diagnosticare la sindrome di DiGeorge, una malattia ereditaria rara che spesso causa problemi immunitari e altre condizioni di salute fin dalla nascita.
Preparazione
Il dosaggio dei CD4 consiste in un semplice prelievo di sangue da una vena del braccio e non richiede alcuna preparazione né digiuno.
Valori normali
Si raccomanda di fare riferimento ai valori normali riportati sul referto, che possono variare tra un laboratorio e l’altro (i risultati del CD4 vengono solitamente forniti in forma di numero di cellule per millimetro cubo di sangue); molto in generale si possono tuttavia delineare i seguenti limiti:
- da 500 a 1.200 cellule per millimetro cubo (nell’adulto).
Poiché il numero dei linfociti CD4 può essere variabile anche negli individui sani, il risultato viene spesso fornito ed interpretato come rapporto percentuale delle cellule CD4 sul totale dei linfociti presenti (anche perché in caso di HIV la velocità di distruzione dei linfociti CD4 è maggiore rispetto a quella di tutti gli altri linfociti, quindi il valore della conta assoluta può variare giornalmente).
È tuttavia importante ricordare che i conteggi dei sottoinsiemi di linfociti sono influenzati da numerosi fattori, tra cui:
- ormoni,
- ambiente ed in particolare la temperatura.
È peraltro nota una certa variazione nell’arco della giornata, con un aumento progressivo della conta dei linfociti T CD4 durante il giorno (mentre i linfociti T CD8 aumentano tra le 8:30 e mezzogiorno senza variazioni tra mezzogiorno e il pomeriggio), ma che tuttavia può essere influenzata dalla concentrazione circolante di cortisolo (il cosiddetto ormone dello stress).
Si rileva infine un aumento nei mesi invernali rispetto a quelli estivi.
In riferimento a queste considerazioni è consigliabile che i prelievi periodici nei pazienti HIV-positivi avvengano per quanto possibile sempre:
- nello stesso laboratorio,
- alla stessa ora del giorno.
Valori bassi
Un numero di CD4 inferiore a 500 cellule per millimetro cubo nel caso di pazienti HIV positivi suggerisce che il virus potrebbe aver indebolito il sistema immunitario; una conta inferiore a 200 indica in genere una condizione di AIDS (con il relativo aumento del rischio di sviluppo di infezioni opportunistiche e tumori).
In pazienti NON HIV-positivi un basso numero di CD4 può essere causato da un’infezione, ma anche la chemioterapia e i farmaci immunosoppressori (che indeboliscono il sistema immunitario) possono indurre (per definizione) una riduzione dei CD4 circolanti.
Valori alti
Valori di CD4 superiori al limite (ad esempio oltre 1200) possono essere spiegati dalla presenza di un’infezione o di un tumore, in quanto testimonianza dell’attivazione del sistema immunitario contro la minaccia.
Cos’è il rapportoCD4/CD8?
Il rapporto CD4/CD8 è letteralmente il risultato della divisione tra il numero dei linfociti CD 4 e quello dei linfociti CD8.
Poiché in presenza di infezione attiva da HIV i linfociti CD4 vengono distrutti più rapidamente rispetto ai linfociti CD8, basarsi sul rapporto nell’interpretazione di come cambiano i valori .nel tempo consente di costruire un quadro migliore del sistema immunitario e dello stato di salute del paziente.
Generalmente il rapporto CD4/CD8
- diminuisce al progredire dell’infezione (perché diminuiscono più velocemente i CD4 rispetto ai CD8),
- aumenta e/o si stabilizza in corso di una terapia efficace (perché il tasso di variabilità torna a essere simile tra le due popolazioni di linfociti).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.