Calazio sull’occhio: cause, cure e rimedi

Ultima modifica

Introduzione

Il calazio è una cisti (si presenta come un gonfiore) della palpebra causata dall’infiammazione cronica di una delle piccole ghiandole che producono il sebo (ghiandole di Meibomio), che si trovano sia nella palpebra superiore che inferiore; il gonfiore si presenta localizzato, delle dimensioni variabili da una capocchia di spillo a quelle di un pisello, e visibile sottopelle.

Il calazio di norma è una reazione al sebo che rimane intrappolato sottopelle e non è causato dai batteri, anche se il sito può essere colpito da un’infezione batterica secondaria.

Se è piccolo e non dà sintomi può scomparire da solo senza alcuna terapia, se invece si presenta con dimensioni importanti può causare problemi alla vista, perché in grado di distorcere la forma della palpebra.

Si tratta in ogni caso di un disturbo molto comune e associato ad una prognosi eccellente, che evolve generalmente senza particolari complicazioni verso una completa risoluzione.

Il calazio a volte può essere confuso con l’orzaiolo, che si manifesta come zona di gonfiore sulla palpebra. Il calazio di solito è più lontano dal margine della palpebra rispetto all’orzaiolo e di norma non è molto doloroso. L’orzaiolo è un’infiammazione acuta di un follicolo delle ciglia e si presenta come piccola massa arrossata e dolorosa vicino al margine della palpebra.

Fotografia di un calazio sulla palpebra superiore

iStock.com/H_Barth

Cause

Il calazio si forma quando il sebo prodotto nelle ghiandole di Meibomio si addensa e si accumula, senza più riuscire a trovare una via d’uscita dalla ghiandola stessa, oppure quando l’apertura della ghiandola sebacea si restringe troppo. La ghiandola continua a produrre il sebo, ma non è più in grado di drenarlo, quindi si gonfia e i tessuti circostanti si infiammano: da qui il caratteristico gonfiore della palpebra.

All’interno del calazio si trovano pus e le tipiche secrezioni grasse che di norma servono a mantenere lubrificato l’occhio.

Rappresentazione anatomica delle ghiandole di Meibomio

https://www.flickr.com/photos/nihgov/28759950030

Non sempre è possibile individuare la causa esatta, ma il disturbo è più comune in chi soffre di rosacea e/o blefarite, due condizioni che possono favorire la comparsa dell’infiammazione. In altri casi potrebbero essere causati dalla presenza dei microrganismi che si trovano alla base delle ciglia.

Il calazio e l’orzaiolo sono la stessa cosa?

Il calazio e l’orzaiolo non sono la stessa cosa, anche se alle volte le due condizioni possono essere confuse tra loro, presentandosi peraltro in modo molto simile:

  • L’orzaiolo è un rigonfiamento della palpebra che si verifica quando una ghiandola sebacea si infetta; si presenta sotto forma di piccolo ascesso o “bollicina” sul margine della palpebra.
  • Il calazio, invece, è un accumulo di materiale all’interno della palpebra, causato dall’ostruzione di una ghiandola sebacea.

Sintomi

Il piccolo nodulo (cisti) che si forma può avere dimensione molto variabile, da appena visibile al volume di circa un pisello o più.

I sintomi principali del calazio sono:

  • gonfiore più o meno accentuato sulla palpebra,
  • rossore,
  • senso di pesantezza alla palpebra,
  • visione offuscata,
  • leggero dolore nell’area gonfia.

Quando chiamare il medico

Si consiglia di rivolgersi al medico curante o all’oculista in caso di:

  • gonfiore localizzato sulla palpebra,
  • caduta delle ciglia in una zona ben definita,
  • sintomi d’infezione:
    • rossore,
    • dolore,
    • presenza di pus.

Pericoli

Nella maggior parte dei casi il calazio guarisce spontaneamente, quindi la prognosi in seguito a terapia è ovviamente eccellente per la gran parte dei casi.

Potrebbe raramente causare la comparsa di una piccola cicatrice sulla palpebra, ma quest’eventualità si verifica con maggior frequenza in seguito all’intervento chirurgico di rimozione.

Potrebbe infine essere causa della perdita di qualche ciglia o della comparsa di una piccola lesione sul margine della palpebra, ma di fatto la complicazione più frequente è semplicemente una recidiva (ovvero il ripresentarsi dello stesso problema).

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica, formulata cioè attraverso un esame visivo della palpebra.

Cura e terapia

Il calazio in molti casi scompare spontaneamente senza nessuna terapia nel giro di un mese circa.

L’applicazione topica (crema) di antibiotici è spesso inutile, a meno che non ci sia una chiara componente infettiva (infezione).

La terapia d’elezione consigliata dalla maggior parte dei medici oculisti consiste nella semplice applicazione di impacchi caldo umidi, mediante è la copertura della palpebra con una compressa calda per 10-15 minuti almeno quattro volte al giorno; è necessario usare acqua non troppo calda, che non bruci né le mani né gli occhi. Mediante il calore cui viene esposto il sebo indurito che ostruisce il dotto si può ammorbidire e uscendo dalla ghiandola, non creerà più gonfiore né infiammazione.

Si raccomanda di evitare di schiacciare il calazio.

Nel caso in cui continuasse a crescere potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico di rimozione della ghiandola interessata; il chirurgo incide in genere all’interno della palpebra, per non lasciare cicatrici visibili sulla pelle esterna.

Una possibile alternativa consiste nell’iniezione direttamente nel calazio di sostanze cortisoniche, che possano favorire lo svuotamento dello stesso.

Nei casi di recidiva nella stessa posizione e/o aspetto dubbio è possibile ricorrere a una sorta di biopsia per dirimere qualsiasi dubbio sulla sua natura.

Prevenzione

Il rischio di sviluppare recidive può essere diminuito pulendo la palpebra con salviette per l’igiene perioculare, con costanza, tutti i giorni: questo suggerimento è utile in particolare se il paziente soffre anche di blefarite.

A chi soffre di calazio ricorrente a volte può essere prescritta una terapia a base di antibiotici per uso topico o orale (per esempio la doxiclina), da seguire con continuità.

Fonti e bibliografia

Adattamento a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

Articoli Correlati
Articoli in evidenza