C’è chi sostiene che dopo aver riso a lungo e di cuore, d’improvviso ci ricordiamo che non siamo mai veramente felici e diventiamo quindi immensamente depressi al punto che iniziamo a piangere.
Una visione più scientifica e meno pessimistica del fenomeno, proposta direttamente dall’American Academy of Ophtalmology, individua tre diverse ragioni:
- Quando ridi, i muscoli facciali si contraggono, modificando temporaneamente l’anatomia di palpebre e condotti lacrimali, provocando potenzialmente un’ostruzione o un restringimento dei punti lacrimali, una sorta di collettori delle lacrime prodotte nelle ghiandole lacrimali, che si trovano nel punto di unione tra palpebre superiori e inferiori. Questo “ingorgo” nel sistema di drenaggio potrebbe causare un accumulo di lacrime e, di conseguenza, la loro successiva fuoriuscita, come una sorta di spremitura. Vale la pena notare che queste sarebbero lacrime riflesse, ovvero quelle deputate alla protezione da irritanti come la polvere, differenti dalle cosiddette lacrime emotive prodotte in risposta a stati emozionali alterati.
- Anche il sistema nervoso gioca un ruolo cruciale nella produzione delle lacrime. Esistono condizioni neurologiche che possono alterare la velocità e la quantità di lacrime prodotte. Ad esempio alcune malattie neurologiche possono causare un’eccessiva produzione di lacrime (epifora). In questi casi le ghiandole lacrimali ricevono segnali eccessivi o inappropriati, producendo più lacrime del necessario. Quando questo si combina con l’atto del ridere, che di per sé può stimolare una leggera produzione lacrimale, il risultato potrebbe essere una lacrimazione abbondante e inaspettata.
- Durante lo sviluppo fetale e neonatale, in particolare quando si formano i nervi del viso e si stabiliscono le loro connessioni, in rari casi può verificarsi un “cablaggio” anomalo e imprevisto tra i nervi che controllano l’espressione facciale (come il nervo facciale) e quelli che regolano la produzione lacrimale (come il nervo trigemino). Questo fenomeno è noto come “sincinesia”, ovvero il movimento involontario di una parte del corpo quando se ne muove volontariamente un’altra. In alcuni pazienti questo potrebbe manifestarsi con la stimolazione involontaria della produzione di lacrime in concomitanza all’attivazione dei muscoli usati per ridere. Simili connessioni anomale possono anche formarsi in seguito a traumi o interventi chirurgici, durante il processo di guarigione e rigenerazione nervosa.
Un’altra ipotesi prevede che il pianto durante una risata sia una sorta di “valvola di sfogo” emotiva, come per scaricare un eccesso di emozione.
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.