Sonnolenza durante il giorno? Potrebbe dipendere da questi cibi

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Introduzione

Ti è mai capitato di addormentarti sul divano dopo pranzo, o di sbadigliare durante una riunione noiosa?

Succede a tutti.

Ma quando la sonnolenza è continua, anche dopo aver dormito bene la notte, e compare in momenti inopportuni — come alla guida o durante una conversazione — allora potremmo trovarci davanti a qualcosa di più serio: la sonnolenza diurna eccessiva, o EDS (Excessive Daytime Sleepiness).

Uno studio appena pubblicato su The Lancet eBioMedicine suggerisce che alcuni metaboliti presenti nel sangue, legati soprattutto all’alimentazione, potrebbero influenzare questa condizione.

Attenzione

Donna che dorme alla guida di un'auto

La sonnolenza diurna eccessiva (EDS) non va confusa con la normale sensazione di stanchezza che può comparire dopo una notte insonne o un pasto abbondante.

Si tratta di una condizione clinica distinta, caratterizzata da un bisogno irresistibile di dormire durante il giorno in momenti inappropriati, come durante il lavoro o alla guida, e che persiste nonostante un sonno notturno apparentemente adeguato. A differenza della semplice sonnolenza occasionale, l’EDS ha un impatto rilevante sulla qualità della vita e sulla sicurezza, non migliora con il riposo e può essere segno di disturbi sottostanti, come l’apnea ostruttiva del sonno, la narcolessia, o squilibri metabolici e neuroendocrini.

Lo studio

I ricercatori hanno analizzato il sangue e le urine di oltre 6.000 persone, incrociando i risultati con i punteggi di un questionario che misura quanto una persona tende ad addormentarsi durante il giorno. Hanno individuato sette metaboliti associati alla sonnolenza diurna: alcuni sembrano aumentarla, altri ridurla.

In particolare:

  • La tiramina, una sostanza presente in cibi fermentati o stagionati come formaggi, salumi e vino rosso, era collegata a maggiore sonnolenza, soprattutto negli uomini.
  • Al contrario, gli acidi grassi omega-3 e omega-6, presenti in alimenti come pesce azzurro, noci e olio d’oliva, erano legati a minore sonnolenza.

Anche due metaboliti coinvolti nella produzione di ormoni come il cortisolo e il progesterone sembrano avere un effetto protettivo. Questi ormoni giocano un ruolo importante nel ritmo sonno-veglia e nell’attività cerebrale.

Che cosa significa?

Questi risultati sono interessanti, ma non devono essere interpretati in modo semplicistico: non è dimostrato che mangiare certi cibi “causi” sonnolenza, né che una dieta ricca di omega-3 “curi” il problema.

Si tratta solo di associazioni statistiche, che andranno confermate da altri studi.

Allo stesso tempo il messaggio è chiaro: il nostro metabolismo, e quindi anche ciò che mangiamo, può influenzare il modo in cui dormiamo e ci sentiamo durante il giorno.

In futuro, potremmo arrivare a usare analisi del sangue per identificare chi è a rischio di EDS o per personalizzare interventi nutrizionali ma nel frattempo, se ti accorgi di essere spesso troppo assonnato durante il giorno, non ignorarlo: potrebbe essere un segnale da non sottovalutare.

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