Il kebab è troppo pesante? Ecco l’alternativa sana

Ultima modifica

Immagina la scena: è sabato sera, fuori fa abbastanza caldo da farti sudare anche i pensieri, e il tuo gruppo di amici ha deciso all’unanimità che sì, è proprio la serata del kebab.

La carne che gira sullo spiedo, l’odore che si insinua nei vestiti (e nella tua anima), le salse iper-caloriche che sfidano le leggi della gravità.

Ma tu no.

Tu vuoi mangiare sano.

Magari sei vegano. Magari sei a dieta. Magari semplicemente il tuo fegato ha presentato le dimissioni dopo l’ultima nottata a base di carne misteriosa e cipolle crude.

Le motivazioni possono essere molte:

  • Etiche: Non vuoi contribuire alla sofferenza animale, e pensare a un agnello che gira lentamente su uno spiedo ti fa venire voglia di abbracciare un cactus, piuttosto che mordere quella piadina.
  • Ambientali: L’allevamento intensivo emette più gas serra di un Boeing 747 in fase di decollo. Scegliere alternative vegetali è un modo per dire “no grazie” all’apocalisse climatica.
  • Salutistiche: Il tuo colesterolo ti ha minacciato con una lettera anonima. O magari vuoi solo qualcosa che non ti faccia sentire come se avessi ingoiato un mattone unto.
  • Gusto personale: Sì, esistono anche persone a cui, semplicemente, il kebab non piace. Sono rari, ma vanno rispettati. Più o meno come chi mette l’ananas sulla pizza.

E quindi, che fare? Ritirarsi nel silenzio come un monaco tibetano mentre gli amici sbranano il loro bottino carnivoro? Oppure accettare la sfida, infilarsi nel kebabbaro e ordinare… un panino con falafel e verdure.

Il panino con falafel: l’eroe silenzioso dello street food

Pita con falafel

Shutterstock/2515459675

Il falafel, per chi fosse vissuto in una caverna alimentata a gorgonzola e pancetta, è una polpetta mediorientale preparata con ceci o fave, spezie, aglio e prezzemolo, poi fritta in modo glorioso.

E no, non è “solo una roba vegana”.

È uno dei pochi cibi che riesce a unire bontà, croccantezza e coscienza pulita.

Il panino con falafel ha tutto quello che serve per affrontare l’orda dei kebabbari:

  • Proteine vegetali: I ceci non scherzano. Sono un’ottima fonte di proteine, fibre e minerali. Saziano senza appesantire. Il tuo intestino ringrazierà con una standing ovation silenziosa.
  • Verdure fresche: Pomodori, lattuga, cetrioli, cipolla (se osi), cavolo rosso. Un’esplosione di colori e nutrienti che rendono il panino un piccolo orto portatile. Chiedi a chi te lo prepara di abbondate.
  • Salse a misura d’uomo: Hummus, tahina, salsa allo yogurt di soia se sei vegano, oppure una spruzzata di limone. Puoi scegliere tu il grado di lubrificazione del tutto, senza dover navigare in mari di maionese.

E no, non sei costretto a rinunciare al piacere. Il falafel è croccante fuori e morbido dentro, ha una texture che non ti fa rimpiangere la carne, e se il posto è serio (cioè non usa quelli surgelati della peggior specie), stai facendo una scelta che è insieme consapevole e gustosa.

In conclusione: sii il dissidente del kebab

Mentre i tuoi amici combattono con il coma glicemico post-döner, tu ti senti leggero, lucido, e persino un po’ superiore (ammettiamolo). Il panino con falafel è la prova che si può mangiare sano (vabbeh, i falafel sono fritti, nessuno è perfetto…) anche nei luoghi dove il colesterolo scorre come birra nei festival bavaresi.

Non è una rinuncia. È una dichiarazione d’identità culinaria.

E soprattutto, è una vendetta elegante contro chi ti prende in giro dicendo: “Ma dai, solo verdure?”.
Aspetta che provino un morso del tuo panino.

Poi ne parliamo.

Articoli Correlati
Articoli in evidenza