Gengive sanguinanti: cause e rimedi

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Cause

Il sanguinamento gengivale più o meno cronico è spesso indicativo della presenza o dello sviluppo di malattie gengivali, che sono favorite dal progressivo accumulo di placca sul confine tra gengiva e dente. La placca che non venga periodicamente rimossa con una quotidiana igiene orale (ed eventualmente una periodica pulizia dentale) tende a trasformarsi in tartaro.

I batteri normalmente presenti in un delicato ma sano equilibrio in bocca, possono iniziare a proliferare eccessivamente qualora l’alimentazione sia troppo ricca di carboidrati semplici e fonti raffinate (zuccheri, pane/pasta bianca, …), infettando così i tessuti che circondano il dente e causando lo sviluppo di infiammazione. Se i batteri rimangono sui denti abbastanza a lungo formano una sottile pellicola (placca) che, se non rimossa, alla fine s’indurisce trasformandosi in tartaro. L’accumulo di tartaro può diffondersi fin sotto il bordo gengivale, ostacolando sempre più una corretta pulizia e predisponendo ad un continuo peggioramento dello stato infiammatorio, che alla lunga comporterà un aumento del sanguinamento ed una forma più avanzata di malattia nota come parodontite, la principale causa di sanguinamento (accompagnato da gonfiore, rossore e dolore).

La gengivite è una condizione reversibile, ma predispone allo sviluppo di parodontite una condizione molto più seria:

  • La gengivite è un’infiammazione che coinvolge le gengive ed è dovuta all’accumulo di placca batterica sui denti, manifestandosi in forma di arrossamento e gonfiore delle gengive
  • La parodontite è una possibile conseguenza della gengivite ed è una malattia gengivale infiammatoria cronica sostenuta da un’eccessiva proliferazione di batteri; comporta una grave infiammazione in grado di arrivare a distruggere l’apparato di supporto del dente fino a causarne la perdita insieme a danni permanenti ai tessuti intorno ai denti e all’osso di supporto.
Gengivorragia

Shutterstock/AOM Zaaom

Tra le altre possibili cause e fattori predisponenti si annoverano:

  • Spazzolamento troppo energico (o con setole troppo dure)
  • Uso improprio del filo interdentale
  • Utilizzo di dentiere o altri apparecchi dentali non adatti
  • Cambiamenti ormonali durante la gravidanza
  • Infezioni
  • Malattie emorragiche proprie del paziente (trombocitopenia, emofilia, …)
  • Leucemia
  • Scorbuto, una grave carenza di vitamina C
  • Assunzione di anticoagulanti
  • Carenza di vitamina K.

Vale infine la pena di notare che appena intrapresa una più profonda igiene orale, basata su uno spazzolamento corretto (di durata adeguata) e filo interdentale, le gengive potrebbero sanguinare nei primi giorni, per poi abituarsi nell’arco di una settimana circa.

Complicazioni

Le malattie parodontali (in passato indicate genericamente come piorrea) sono di gran lunga la principale causa di perdita dei denti negli adulti (di età superiore ai 35 anni); sebbene alcune forme progrediscano con manifestazioni poco evidenti, i segni diagnostici caratteristici più frequentemente osservati dal medico odontoiatra sono gengivite (infiammazione delle gengive, che appaiono ad esempio molto arrossate e gonfie) ed una qualche forma di sanguinamento più o meno accentuata. Questo ovviamente non significa che ogni forma di sanguinamento sia indicativa di gengivite, ma si tratta comunque di un sintomo che quando si manifesta in maniera persistente dovrebbe sempre essere sottoposto ad attenzione medica prima che possa progredire verso lesioni irreversibili.

Quando rivolgersi al medico

Si raccomanda di rivolgersi al proprio medico in caso di:

  • Emorragia grave o cronica (ovvero anche se minima, ma persistente per settimane)
  • Assenza di miglioramenti dopo il trattamento
  • Compresenza di altri sintomi (dolore, febbre, …).

Rimedi

Se la causa del sanguinamento gengivale è un’infiammazione delle gengive, si raccomanda di rivolgersi all’odontoiatra/igienista dentale per la pratica di una periodica pulizia dentale (detartrasi), ma contemporaneamente adottare un approccio più attento all’igiene orale, che preveda:

  • Lavare i denti delicatamente con uno spazzolino a setole morbide almeno due volte al giorno (a garantire una corretta pulizia è il movimento, non l’utilizzo di setole dure), idealmente mezzora dopo la fine di ogni pasto. Lo spazzolino va sostituito ogni 2-3 mesi.
  • Utilizzare un dentifricio che contenga fluoro ed evitare di sciacquare i denti dopo lo spazzolamento, limitandosi a sputare la schiuma in eccesso.
  • Utilizzare regolarmente il filo interdentale per garantire un’adeguata pulizia anche tra un dente e l’altro.
  • Se consigliato dal medico, praticare sciacqui con acqua ossigenata, acqua e sale o specifici collutori prescritti dal medico (quelli a base alcolica potrebbe infiammare ulteriormente); è preferibile che lo sciacquo non venga praticato subito dopo il lavaggio dei denti per evitare di rimuovere il fluoro.
  • Seguire una dieta equilibrata e sana, povera di zuccheri semplici (dolci e bibite dolci) e di carboidrati raffinati (pane, pasta, grissini, … preparati con farine raffinate).
  • Abolire l’esposizione al fumo.

In caso di cause differenti, premesso che le norme per una buona igiene orale dovrebbero comunque essere adottate, si prescriveranno approcci terapeutici più specifici:

  • integratori vitaminici in caso di carenza,
  • evitamento dell’aspirina (che potrebbe peggiorare il sanguinamento gengivale),
  • correzione di eventuali protesi imperfette,

Cosa fare in caso di sanguinamento abbondante

  • Applicare pressione sull’area interessata con una garza sterile o, se non disponibile, un tampone preparato con un fazzoletto di cotone pulito, arrotolato, leggermente inumidito con acqua pulita.
  • Tenerlo in posizione per 30 minuti senza rimuoverlo.
  • Controllare se l’emorragia si è fermata, in caso contrario ripetere il processo e mantenere il tampone in posizione fino a visita medica.

Nel frattempo si raccomanda di

  • Non sciacquare la bocca e non mettere le dita in bocca, soprattutto se non accuratamente lavate.
  • In caso di dolore assumere antidolorifici (non aspirina).
  • Evitare sforzi fisici.
  • Evitare bevande calde e cibi duri.

Fonti e bibliografia

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