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Meglio al mattino o alla sera?
Un recente studio pubblicato su TheLancet sembra aver finalmente spazzato via ogni dubbio sull’orario migliore per assumere il farmaco contro la pressione alta, ovvero quando vuoi tu:
L’assunzione serale dei farmaci antiipertensivi non presenta differenza dall’assunzione mattutina in termini di eventi cardiovascolari maggiori. Si può quindi consigliare ai pazienti di assumere il medicinale prescritto all’ora più adatta a minimizzare il rischio di eventuali effetti indesiderati.
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Cardiovascular outcomes in adults with hypertension with evening versus morning dosing of usual antihypertensives in the UK (TIME study): a prospective, randomised, open-label, blinded-endpoint clinical trial
Ma è proprio così? Da oggi liberi tutti? Non così in fretta…
Ecco cosa (non) puoi fare
Prima di modificare l’orario a cui assumi la tua terapia ti ricordo 3 importanti questioni:
- Una volta scelto l’orario a te più congeniale, è importante essere costanti, assumendolo sempre alla stessa ora ogni giorno.
- La pressione del sangue dev’essere SEMPRE nella norma, se ti accorgessi che soprattutto in certi orari raggiunge valori troppo elevati segnalalo al medico per una rivalutazione ed eventuale modifica di terapia e/o dosaggio.
- Ma soprattutto, prima di qualsiasi modifica, informa SEMPRE il tuo medico, a maggior ragione se prendessi più farmaci (anche per altre condizioni).
È infine essenziale ricordare che la stessa conclusione, ovvero nessuna differenza in base all’orario di assunzione, potrebbe non valere per i farmaci che debbano essere assunti più di una volta al giorno o per i farmaci per la pressione prescritti con obiettivi diversi, come l’angina, così come pazienti in terapia con combinazioni di farmaci, il cui equilibrio sia magari stato costruito nel tempo per prove ed errori con l’aiuto del medico o dello specialista.
Sono stati peraltro esclusi dallo studio pazienti con lavori caratterizzati da turni notturni o in terapia con farmaci da assumere in diversi momenti della giornata, quindi le conclusioni NON possono proprio essere estese a queste categorie.
Le caratteristiche dello studio TIME
Lo studio citato, quello che ha portato alla conclusione che l’orario di assunzione non sia determinante in termini di esiti cardiovascolari, è stato finanziato dalla British Heart Foundation ed ha coinvolto oltre 20.000 pazienti adulti in terapia con almeno un farmaco antipertensivo, che sono stati suddivisi casualmente in due gruppi diversi per l’orario di assunzione:
- Mattino (tra le 06:00 e le 10:00)
- Sera (tra le 20:00 e mezzanotte)
Sono quindi stati seguiti per un numero variabile di anni (mediamente poco più di 5) con l’obiettivo di valutare il numero di eventi cardiovascolari maggiori (ictus e infarto miocardico), mortale o meno.
Quello che è emerso è una differenza non statisticamente significativa tra i due gruppi, in altre parole l’orario di assunzione non sembra determinare un diverso rischio cardiovascolare.
Perché si pensava fosse meglio alla sera?
I valori di pressione sanguigna notturni consentono di prevedere con maggior efficacia il rischio di eventi cardiovascolari rispetto ai valori diurni, tanto che alcuni studi precedenti si erano concentrati sulla maggior efficacia dell’assunzione serale nel controllo dei valori notturni e in particolare la ricerca Hygia suggeriva anche un vantaggio tangibile in termini di protezione da eventi cardiovascolari (infarti/ictus), seppure poi criticato da ricerche successive.
Alcune doverose avvertenze
Questo studio mette la parola fine a questo annoso dubbio? Probabilmente no, non basta mai un unico lavoro di ricerca, per quanto ben progettato e solido statisticamente, per modificare le linee guida, ma pone sicuramente un’importante conclusione da cui ripartire con successive ricerche volte a dimostrarne la riproducibilità.
In passato la tendenza si orientava al consiglio di un’assunzione serale per evitare i pericolosi picchi pressori del mattino, co-responsabili di un aumento di infarti e ictus proprio nelle prime ore del mattino; secondo quanto emerso nello studio TIME le misurazioni della pressione arteriosa hanno effettivamente confermato che i valori non erano perfettamente controllati nell’intero arco delle 24 ore, ma nonostante questo non si sono rilevate differente in termini di esiti maggiori.
Le possibili limitazioni dello studio sono tuttavia altre:
- Lo studio è di tipo prospettico, randomizzato, in aperto, in cieco, non in doppio cieco, ovvero tutti i partecipanti erano consapevoli dell’orario di assunzione a loro assegnato e questo, almeno sulla carta, potrebbe influire sugli esiti in termini di comportamento.
- Gli eventi cardiovascolari sono stati raccolti incrociando le segnalazioni spontanee dei partecipanti e i dati raccolti mediante cartella sanitaria elettronica, ma per quanto riguarda i primi non si possono quindi escludere errori.
- Sono stati esclusi pazienti con lavori caratterizzati da turni notturni o in terapia con farmaci da assumere in diversi momenti della giornata, quindi le conclusioni NON possono essere estese a queste categorie.
- Le misurazioni della pressione arteriosa a casa dovevano essere inviate manualmente al sito Web dello studio e non si possono quindi escludere errori sia durante la misurazione che la successiva immissione dei dati. Questo aspetto richiede inoltre la disponibilità di un indirizzo mail e la capacità di usare la mail stessa, condizione che potrebbe influire sulla tipologia di pazienti coinvolti (un anziano sarebbe potuto essere escluso per questa ragione, per esempio).
D’altra parte alcuni di questi aspetti sono stati interpretati dagli autori dello studio come condizioni più simili alla quotidiana realtà dei pazienti, ovvero non necessariamente alterata/influenzata da un protocollo sperimentale magari più controllato, ma allo stesso tempo distante dalle condizioni reali con cui un paziente segue la terapia prescritta.
I vantaggi di questa libertà
Tra i vantaggi più evidenti, se queste conclusioni venissero confermate, figura senza dubbio una plausibile maggior aderenza alla terapia; se un paziente viene lasciato libero di scegliere l’ora del giorno a cui assumere il farmaco (ora che deve poi essere mantenuta quotidianamente) potrebbe presumibilmente essere più costante e regolare, aggirando ad esempio problemi come quelli causati dall’assunzione del diuretico nelle ore serali (sonno disturbato dalla necessità di alzarsi ad urinare), oppure legate l’assunzione mattutina con abitudini più regolari che favoriscano la costanza.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.