Metapneumovirus umano in bambini e adulti: sintomi, pericoli e cura

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Introduzione

Il metapneumovirus umano (HMPV) può causare malattie delle vie respiratorie superiori e inferiori in persone di tutte le età, ma colpisce in particolar modo i soggetti più fragili:

  • bambini
  • anziani,
  • soggetti con sistema immunitario indebolito.

I sintomi comunemente associati all’infezione comprendono

Il rischio principale è legato alla possibile evoluzione in bronchite o polmonite, al pari di altri virus responsabili di infezioni delle vie respiratorie.

 

Attualmente, non esiste una terapia antivirale specifica per il trattamento dell’HMPV e nessun vaccino, quindi la terapia è esclusivamente sintomatico ed eventualmente di supporto (ossigeno e idratazione con liquidi per via endovenosa).

Metapneumovirus nei bambini

Shutterstock/Sharomka

 

Virus, trasmissione e contagio

Scoperto nel 2001 in Olanda, l’HMPV appartiene alla famiglia dei Pneumoviridae e negli anni è progressivamente cresciuta la consapevolezza di come rappresenti una delle più importanti cause di infezione grave delle vie respiratorie

  • superiori (ad esempio raffreddore)
  • e inferiori  (più gravi)

soprattutto nei bambini piccoli, insieme al virus respiratorio sinciziale (RSV).

Nei climi temperati è più attivo durante il tardo inverno e la primavera (tende a seguire RSV e influenza stagionale) e si trasmette come la maggior parte dei virus simili, mediante particelle di saliva (droplet) emesse da un soggetto infetto attraverso tosse e starnuti (ma anche semplicemente parlando),

  • sia per via diretta, quando vi sia un stretto contatto personale (vis-à-vis),
  • sia per via indiretta, stringendosi la mano o toccando oggetti o superfici su cui sono presenti i virus, e toccandosi quindi bocca, naso oppure gli occhi.

Studi sierologici hanno dimostrato che all’età di cinque anni praticamente tutti i bambini nel mondo sono stati esposti al virus, ma purtroppo questo non previene ulteriori possibili episodi di contagio.

Sintomi

Il periodo di incubazione si stima essere compreso tra 3 e 6 giorni, mentre la durata media della malattia (a meno di complicazioni) è simile ad altre infezioni respiratorie causate da virus e quindi di norma limitato a pochi giorni.

Il metapneumovirus umano può presentarsi come infezione del tratto respiratorio superiore o infezione del tratto respiratorio inferiore.

I sintomi più comuni dell’infezione del tratto respiratorio superiore (ovvero di forme simili al raffreddore) comprendono

  • tosse,
  • naso che cola (rinorrea),
  • congestione nasale,
  • mal di gola.

I sintomi dell’infezione del tratto respiratorio inferiore, ovvero le forme più severe e a rischio di complicazioni, includono

Sono stati osservati anche sintomi gastrointestinali come diarrea, nausea e vomito, quadri di otite media acuta.

Complicazioni

Il quadro clinico del bambino colpito da metapneumovirus può evolvere in complicazioni anche severe dei tratti più profondi dell’apparato respiratorio, in forma di:

Nell’adulto si possono osservare invece:

I soggetti a maggior rischio di complicazione comprendono tra l’altro:

  • neonati (mediamente i bambini di età inferiore a 6 mesi hanno una probabilità tre volte maggiore di ospedalizzazione rispetto a bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni) in particolare se prematuri,
  • soggetti immunocompromessi, ad esempio a causa di
    • HIV,
    • tumore e relative terapie,
    • cure immunosoppressive in genere,
  • malattie croniche (polmonari, cardiache, neurologiche, …).

Diagnosi

Spesso potrebbe non essere necessaria una diagnosi specifica che preveda il riconoscimento del metapneumovirus, ma quando necessario è possibile ricorrere a

  • rilevamento diretto del genoma virale mediante saggi PCR,
  • rilevamento diretto di antigeni virali (proteine) nelle secrezioni respiratorie (ad esempio mediante tampone) mediante immunofluorescenza o saggio immunoenzimatico,

di fatto esattamente come i due test disponibili per la COVID (molecolare e tampone).

La radiografia del torace non risulta particolarmente informativa, salvo nei pazienti in cui sia necessario verificare l’eventuale sviluppo di bronchiolite o polmonite.

In pochissimi casi ospedalieri gravi è possibile dover ricorrere ad una broncoscopia, un esame invasivo durante il quale una piccola telecamera flessibile viene introdotta attraverso naso/bocca e guidata fino ai polmoni, dove si preleva un campione di liquido per successive analisi di laboratorio.

Diagnosi differenziale

Tra gli altri possibili virus responsabili di quadri simili si annoverano:

Cura

Non esiste alcun antivirale specifico, quindi i pilastri del trattamento consistono sostanzialmente in misure di supporto:

  • ai pazienti con febbre vengono somministrati farmaci antipiretici come paracetamolo e ibuprofene;
  • in caso di disidratazione (carenza di liquidi) si procede all’idratazione dei liquidi per via endovenosa;
  • nei casi più severi è possibile dover ricorrere a supplementazione di ossigeno (come cannula nasale o, in alcuni pazienti, addirittura ventilazione meccanica in caso di insufficienza respiratoria acuta).

Nel complesso Il metapneumovirus umano ha comunque una buona prognosi; anche nei casi più severi a patto di disporre di una tempestiva assistenza ospedaliera è ragionevole aspettarsi un pieno recupero. Possono tuttavia verificarsi nuove infezioni, a testimonianza del fatto che l’organismo non è in grado di sviluppare un’immunità di lunga durata al virus.

Prevenzione

Ad oggi non esiste alcun vaccino approvato contro il metapneumovirus umano, sebbene ci siano alcuni studi in corso.

Fonti e bibliografia

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