Postbiotici: cosa sono e perché sono importanti

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Qualche definizione

Se siamo tutti abituati a parlare di prebiotici e probiotici, meno noti ma altrettanto importanti sono i cosiddetti postbiotici, ma di cosa si tratta esattamente?

Facciamo un passo indietro e vediamo di inquadrare meglio l’argomento.

  • I prebiotici sono sostanze, tipicamente presenti nel cibo od in forma di integratori, che non vengono assorbite dall’organismo, e che tuttavia sono utili in quanto utilizzate dalla flora batterica intestinale, ovvero tutti i batteri buoni presenti nel nostro intestino. Si tratta nella maggior parte dei casi di fibra alimentare, presente ad esempio in cereali integrali, frutta e verdura. Se è vero che i prebiotici sono quasi sempre fibra, non è vero il contrario, ovvero non tutta la fibra ha effetto prebiotico, seppure possa comunque avere effetti positivi sull’organismo. La definizione prende quindi in considerazione l’effetto che può avere sulla flora batterica intestinale.
  • I probiotici sono invece microrganismi vivi a cui sono associati effetti positivi per la salute; gli esempi più comuni sono i fermenti lattici che acquisti in farmacia e gli alimenti fermentati, come yogurt e crauti. Anche in questo caso sono però doverose alcune precisazioni:
    1. I probiotici devono avere effetto positivo dimostrato, secondo le definizioni più stringenti ad esempio gli esempi che ti ho appena portato, yogurt e crauti, non sarebbero compresi perché ad oggi mancano di dimostrazioni oltre ogni ragionevole dubbio di effetto positivo, anche in considerazione delle varie specie batteriche usate. Onestamente non sono completamente d’accordo, ma andiamo avanti con altri due requisiti che sicuramente prestano meno il fianco a possibili critiche.
    2. Se per assurdo ti mangiassi un carpaccio di carne contaminato da salmonelle questo non sarebbe ovviamente considerato un alimento probiotico, perché i suoi effetti sull’organismo sarebbero tutt’altro che positivi.
    3. Terzo aspetto chiave per essere definito probiotico è che il microrganismo presente debba essere vivo e attivo: torniamo ai nostri crauti, se li acquisti pastorizzati al supermercato, oppure se prima di consumarli li passi sulla piastra, i batteri lattici presenti ovviamente verrebbero uccisi.
Crauti ed altre verdure fermentate

Getty/Portland Press Herald/Collaboratore

Cosa sono i postbiotici?

Consumare batteri morti o magari solo frammenti di microrganismi è quindi inutile? No, non necessariamente, ed è proprio in questo spazio che si inseriscono i postbiotici, che sono definiti come una preparazione di microrganismi inanimati e/o loro componenti in grado di promuovere comunque un beneficio per la salute dell’ospite, ovvero il consumatore.

Anche in questo caso la definizione più stringente richiede un livello di evidenza di utilità molto elevato, ma spero mi perdonerai se nel resto del video adotterò un approccio molto più rilassato a questo proposito, perché fortemente convinto che una dieta ricca di microrganismi rappresenti a prescindere un importante fattore aggiunto in grado di esercitare proprio nel suo insieme un grande vantaggio in termini di salute. Ti faccio un esempio pratico: la cosiddetta ipotesi dell’igiene è una teoria che trova sempre più sostenitori e che indica nell’eccesso d’igiene dei nostri tempi una delle, o forse “la”, causa dell’aumento delle patologie allergiche nella popolazione.

Perché è utile consumare regolarmente pre/pro/postbiotici?

Ricordo con affetto i racconti delle mie nonne che alla sera si ritrovavano nella stalla con tutta la famiglia per beneficiare del calore animale, la nonna di mia moglie che solo ieri mi descriveva di come da bambina avesse ogni tanto le galline in giro per la cucina e il cavallo che si affacciava alla finestra a chiedere un po’ di avena. Non c’erano aspirapolvere e nemmeno le mille ossessive attenzioni alla pulizia di oggi. Non fraintendermi, il miglioramento globale delle condizioni igieniche è probabilmente una delle più grandi conquiste dell’umanità, che da sola ha permesso di salvare milioni di vite, ma forse siamo andati un po’ troppo oltre.

Questo atteggiamento è visibile anche con il cibo: pensa che praticamente in tutte le civiltà degli ultimi 2000 anni, in qualche caso anche prima, si possono individuare tecniche di conservazione degli alimenti fondate sulla fermentazione, un processo che sostanzialmente seleziona e promuove la proliferazione di specifici batteri in grado di garantire ad esempio la conservazione delle scorte di cavolo per tutto l’inverno, tanto per restare sull’esempio fatto prima dei crauti.

Se hai la mia età ti è sicuramente capitato di consumare frutta colta dall’albero, magari mele, albicocche, ciliegie o frutti di bosco: mangiando quel frutto hai ingerito grandi quantità di batteri, che come vedi non ti hanno fatto nulla. Molti rimangono anche sulla frutta del supermercato, certo, e sicuramente non basta un veloce lavaggio sotto l’acqua a sterilizzare una mela, ma l’abuso dei fitofarmaci in agricoltura ha certamente effetti sulla composizione della flora batterica presente, cosicché i vegetali che arrivano sulle nostre tavole risultano impoveriti anche da questo punto di vista.

Queste sono solo alcune delle ragioni che spingono la European Society of Neurogastroenterology and Motility a interrogarsi se non sia il caso di aggiungere i prodotti fermentati nelle indicazioni alimentari degli organismi nazionali e mondiali, pensa ad esempio alla classica piramide alimentare che probabilmente ti sarà capitato di vedere, come per esempio hanno fatto in Canada.

Ecco, questo è il quadro generale in cui i postbiotici rappresentano probabilmente l’ultimo pezzo che ci permette di completare il puzzle, perché stiamo accumulando evidenze di come anche batteri non più vitali, o addirittura solo frammenti, possano essere utili alla salute.

Come avrai capito è un argomento che mi sta molto a cuore e una delle ragioni è che il riconoscimento dell’importanza dei postbiotici consente di conferire maggior valore, quando non addirittura dignità di prodotto promotore di salute, ad alimenti come il pane preparato con lievito madre, ma anche cerali e legumi cotti dopo un preventivo ammollo prolungato che abbia permesso un vivace processo di fermentazione acido-lattica.

Come agiscono i postbiotici?

Potresti a questo punto chiederti esattamente in che modo possano essere utili, giusto?

In un interessante articolo pubblicato su Nature vengono elencate le 5 modalità ad oggi note con cui è ragionevole spiegare gli eventuali effetti sulla salute umana che, bada bene, non sono limitati al solo intestino. Non è necessario scendere nel dettaglio anche perché alcuni aspetti sono piuttosto ostici e prevedono diversi passaggi, ma possiamo riassumere il tutto con due esempi pratici.

  • I frammenti batterici inanimati possono essere riconosciuti dalle nostre cellule immunitarie, che reagiscono innescando una serie di altri cambiamenti.
  • Ancora più banalmente il batterio morto che arriva nell’intestino porta con sé un importante carico di proteine ed altre sostanze in grado di esercitare effetti diretti sull’organismo, e non penso solo a semplici vitamine, ma anche ad esempio agli acidi grassi a corta catena, sostanze che vengono assorbite tal quali nell’intestino e che sono in grado di esibire effetti addirittura a livello cerebrale, regolando la comunicazione tra cervello ed intestino e secondo alcuni autori potendo modulare in questo modo i sistemi immunitario, endocrino e nervoso.

Conclusioni

Con questo articolo il mio desiderio era innanzi tutto di farti comprendere cosa siano i postbiotic,i perché è probabile che ne sentiremo sempre più parlare in futuro, in secondo luogo di invitarti ad approfondire il vasto mondo delle fermentazioni e soprattutto non averne paura, perché è molto probabile che un consumo regolare possa rappresentare un grandissimo vantaggio in termini di prevenzione proattiva.

Come ti ho accennato prima la storia dell’uomo è indissolubilmente intrecciata non solo con un consumo quotidiano di batteri, ma con una pacifica convivenza che è associata a vantaggi reciproci.

Lo sapevi che ci sono più batteri sul e nel tuo corpo di quante siano le cellule di cui sei fatta? I batteri cosiddetti cattivi esistono, certamente, pensiamo alle salmonelle di cui parlavamo prima, allo streptococco beta emolitico, alle infezioni responsabili di gonorrea e legionellosi e tanti altri, ma non farti trarre in inganno dal fatto che queste facciano notizia, perché sono molti, molti di più i batteri che ti possono essere utili e, fatte ovviamente salve le norme igieniche di buon senso come lavarsi le mani prima di maneggiare del cibo, dobbiamo imparare a tirare fuori quanto di positivo possiamo trarre da queste forme di vita e non solo averne paura.

Usciranno sempre più integratori e magari farmaci basati su questo concetto, ma guardali sempre con spirito critico e sii estremamente esigente in termini di evidenze scientifiche, perché è molto probabile che l’aiuto che cerchi possa essere trovato nel quotidiano a tavola più che in farmacia.

Se ci pensi fa un po’ ridere leggere sul sito dell’Humanitas che i postbiotici “rappresentano l’ultimo traguardo dell’approccio alimentare funzionale nel campo del microbioma e microbiota intestinale”, perché è vero che oggi disponiamo delle conoscenze per renderlo un approccio funzionate e strutturato, ovvero mirato al trattamento di specifici disturbi, ma questo “ultimo traguardo dell’approccio alimentare funzionale” faceva parte della dieta quotidiana di tantissime popolazione già due millenni fa.

Altre fonti

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