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Introduzione
Hai presente quando ti dico che non è mai troppo presto per iniziare a curare il proprio stile di vita…
Ecco… vedi… non so come dirtelo… diciamo che parlando di osteoporosi la cosa non potrebbe essere più vera… perché hai tempo fino a circa 30-40 anni per fare in modo di possedere delle ossa forti, da lì in poi… quello che è fatto è fatto e è tutto diventa in discesa…
ma non in senso buono…
Però però però…
Quando ti dico che non è mai troppo presto, ti ricordo anche sempre che non è mai troppo tardi e la buona notizia è che l’osteoporosi in qualche modo non fa eccezione. In realtà non è possibile porre un vero rimedio, ma si può fare molto… e poi come si dice… prevenire è meglio che curare, ma curare è meglio che non curare, no? Andiamo con ordine.
Cos’è l’osteoporosi?

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Quando pensi alle tue ossa è piuttosto naturale immaginare uno scheletro duro e inanimato come la roccia: duro lo è davvero, ma è tutt’altro che inanimato. Le ossa non solo sono tessuti vivi e attivi, ma sono in costante rinnovamento, diventando più forti attraverso gli stimoli ambientali, un modo elegante e sofisticato per dire buona dieta e attività fisica.
Il problema grosso è che non c’è santo che tenga, dopo i 35 anni, anno più, anno meno, inizi a perdere lentamente ma inesorabilmente massa ossea. Le donne andranno poi a perderla più velocemente dopo la menopausa, ma questo fenomeno si osserva anche agli uomini.
È un po’ come smettere di lavorare senza poter contare sulla pensione: hai tempo circa 35 anni per mettere da parte un gruzzoletto, che dovrai poi farti bastare per il resto della vita, nonostante il fatto che ogni giorno andrai incontro a spese come affitto, supermercato, auto, eccetera.
Le ossa sono costituite da diversi minerali, ma il calcio è sicuramente quello più rilevante in termini di quantità e allora possiamo immaginare il calcio come se fossero i nostri euro messi in banca per la pensione; più calcio riusciamo a depositarci in giovane età e più potremo contare su ossa forti anche nei decenni che seguiranno.
Tuttavia anche il resto del tuo corpo ha bisogno di calcio per funzionare, pensiamo ad esempio a muscoli e nervi, quindi i casi sono due: o gliene fornisci abbastanza tutti i giorni con la dieta, oppure andrà a prenderselo dalle ossa, a dimostrazione del fatto che sono tessuti tutt’altro che inanimati.
C’è però un modo molto efficace per forzare la mano al tuo corpo e fargliene depositare di più nelle ossa e si chiama attività fisica: tu dimostra al tuo corpo che necessiti di ossa forti e resistenti, ad esempio attraverso le sollecitazioni meccaniche fornite attraverso gli impatti della corsa o l’allenamento di resistenza, e il tuo organismo provvederà a depositare più calcio nelle ossa, ovvero più soldi in banca per la pensione. A patto ovviamente che ce ne sia in abbondanza, introdotto con la dieta… e dopo vedremo che ci sono 2-3 trucchi che possono fare la differenza, ma adesso siamo in grado di comprendere cosa sia l’osteoporosi… perché se andassimo a vedere come sono composte le ossa con un microscopio molto potente… non vedremmo un tessuto pieno e compatto, ma qualcosa di più più simile al formaggio Emmental, quello con i buchi tipo Lerdammer, tanto per intenderci. Quando sei giovane è proprio come il formaggio appena fatto e ci sono solo piccole cavità, ma al passare del tempo i buchi si fanno sempre più grossi ed evidenti, andando così a indebolire l’osso.
A proposito, questo non c’entra con l’osteoporosi, ma più formaggio c’è, più buchi ci sono, giusto? Eppure più buchi ci sono, meno formaggio c’è…
Quelli bravi definiscono l’osteoporosi una condizione patologica caratterizzata da una ridotta densità minerale ossea causata da un’alterata microstruttura ossea, che in ultima analisi predispone i pazienti a fratture dovute a fragilità e traumi a basso impatto; gli scappati di casa come me pensano invece più a qualcosa del tipo i travi del soffitto che vengono pian piano mangiati dalle termiti fino a crollare, talvolta sotto il loro stesso peso come succede alle vertebre della schiena.
Sintomi
Il nostro corpo ha tuttavia una straordinaria capacità di sopportazione e tolleranza, anche di pessime abitudini di vita, è infatti improbabile andare incontro a reali sintomi o complicazioni prima di un’età avanzata e, convinto della tua buona fede, nemmeno si lamenta. Nessun sintomo finché la situazione non è già in parte compromessa, quando potrebbe iniziare qualche doloretto, ma di fatto la maggior parte delle persone nemmeno si rende conto di avere delle ossa fragili, finché non se ne rompe una… e quando succede è davvero complicato riuscire a recuperare la situazione.
Le ossa più esposte al rischio di frattura da osteoporosi sono quelle di polso, colonna vertebrale e anca.
- Una vertebra rotta non solo è dolorosa, ma richiede parecchio tempo per guarire. La fragilità ossea tende tra l’altro a manifestarsi con una riduzione dell’altezza e una modifica della naturale curvatura della schiena, come purtroppo si osserva soprattutto in alcune donne anziane con un’evidente gobba. Al di là del problema estetico, che ovviamente potrebbe anche essere trascurabile, una colonna vertebrale malamente piegata può rendere difficile camminare o addirittura sedersi.
- Le anche rotte sono forse anche peggio, perché non solo potrebbero segnare la fine della propria indipendenza costringendo il paziente al letto, ma aumentano notevolmente il rischio di morte, soprattutto durante l’anno successivo alla rottura.
Ma seguimi fino in fondo, perché come ti ho detto all’inizio non è mai troppo tardi per impegnarsi e, se è vero che non possiamo fare nulla di concreto sulla struttura ossea dopo una certa età, possiamo fare in modo di rallentare il peggioramento e intraprendere altre strade che in qualche modo tamponano la situazione.
Cura e terapia
Tutto quello che andrò a descriverti da adesso in poi, con l’unica eccezione dei farmaci, vale dalla nascita fino alla fine della tua vita: le stesse abitudini che ti consentono di mettere da parte un bel gruzzoletto di calcio nelle prime decadi di vita, ti permettono anche di limitare i danni dopo. Partiamo dalle cose facili, almeno a parole: fumo e alcolici non sono grandi amici delle tue ossa, entrambe le abitudini sono in grado di ridurre la massa ossea e purtroppo non c’è molto da aggiungere.
(Sì, ok, l’alcool a basse dosi è associato a un aumento della densità ossea, ma davvero c’è bisogno di ricordare che nel complesso non ne vale comunque la pena?)
Anche mantenere un peso sano è indispensabile, ma per una volta non come pensi tu: in questo caso è infatti soprattutto il sottopeso a rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di osteoporosi, perché nel paziente obeso è vero che possono esserci alterazioni metaboliche che non aiutano, ma il peso in eccesso che ci si porta dietro agisce comunque da stimolo sulle ossa, controbilanciando almeno in parte il rischio, come fare continuamente pesi.
E questo ci porta a parlare di un modo decisamente migliore per stimolare le ossa, ovvero attraverso l’attività fisica, che previene l’osteoporosi o, quando è troppo tardi, le sue complicazioni, attraverso almeno 3 meccanismi:
- Una vivace e continua sollecitazione meccanica delle ossa (pensa ad esempio a quando sollevi un peso oppure ogni volta che la tua gamba impatta con il terreno mentre corri) è uno stimolo che l’organismo interpreta come necessità di ossa più resistenti, per sopportare questi piccoli e benefici traumi, quindi si adopererà metabolicamente per applicare le necessarie pezze e ridurre la continua perdita ossea.
- L’attività fisica funge da stimolo anche ai muscoli, limitando anche in quel caso la perdita di tessuto muscolare (la tanto temuta sarcopenia, purtroppo comune negli anziani); un po’ come applicare fasce di supporto attorno alle travi portanti del tuo soffitto.
- Il terzo meccanismo è troppo spesso sottovalutato: la vertebra che si sbriciola sotto il peso della stessa colonna vertebrale è sicuramente un caso drammatico, ma tipicamente polso e anca si rompono in modo diverso… ovvero a seguito di cadute. Sembra banale, ma riuscire a prevenire le cadute nell’anziano significa prevenire le fratture.
Vale la pena soffermarci un attimo sul problema cadute e spero mi perdonerai se cito una volta di più il Dr. Greger, che scrive come
L’esame di screening per la valutazione della densità minerale ossea, la MOC, è un’industria da miliardi di dollari, ma solo il 15% delle fratture da trauma lieve (tipicamente le cadute da posizione eretta, come quando si inciampa) sono dovute all’osteoporosi nelle donne anziane. Solo il 15% delle fratture è dovuto a una ridotta densità ossea. Tra i 60 e gli 80 anni, il rischio di frattura dell’anca aumenta di 13 volte, ma di questo solo una minima parte è da ricondursi alla fragilità ossea.[…]La stragrande maggioranza dell’aumento del rischio di frattura dell’anca legato all’età sembra non avere nulla a che fare con la densità ossea misurata con la MOC, ma è invece legata all’aumento del rischio di caduta. [… Peraltro] la disparità tra uomini e donne in termini di rischio di frattura dell’anca non è dovuta alle ossa più forti degli uomini, ma al fatto che le donne cadono più spesso.
E cosa si può fare per ridurre quanto più possibile il rischio di caduta? Più o meno una cosa sola, l’esercizio fisico in ogni sua forma: camminare, correre, ballare sono tutte attività condotte in posizione eretta, che costringono il corpo a farsi carico del proprio stesso peso, anche di più in caso di corsa e salti. Allo stesso tempo attività di resistenza muscolare come i pesi o simili, ma ti garantisco che ci sono varianti adatte anche all’età anziana, favoriscono lo sviluppo di muscoli più resistenti che supportano e proteggono l’osso. E per finire attività che consentano di mantenere una certa flessibilità articolare, come yoga, tai-chi o ginnastica dolce, sempre nell’ottica di prevenzione delle cadute.
Insomma, ogni attività va bene, basta stare meno tempo possibile sul divano, meglio ancora se riusciamo a praticarne più di una.
Dieta
Abbiamo detto che l’attività fisica è anche in grado di mettere delle toppe alla progressiva perdita di tessuto osseo, ma questo può avvenire solo se l’operaio incaricato di aggiustare le travi del soffitto dispone di legno e chiodi, che possiamo fornirgli attraverso una dieta sana e completa.
Sono essenzialmente due i nutrienti di cui si parla quando si affronta questo tema, vitamina D e calcio, ma in tutta onestà partirei dalle proteine, che sono ingiustamente sottovalutate; una dieta che apporti quantità adeguate di proteine è necessaria sempre a prescindere dall’età, ma nei Paesi occidentali fortunatamente in genere il problema può essere un eccesso di proteine, raramente una carenza. Nel paziente anziano tuttavia, un po’ come nello sportivo, il fabbisogno aumenta e se il giovane attento alla forma fisica è sicuramente anche attento alla dieta, purtroppo non sempre si può dire la stessa cosa nell’anziano, soprattutto quando vive solo. Quanti nonni abbiamo visto andare avanti per anni con diete monotone a base di sola minestrina? È invece davvero importante garantirsi un adeguato apporto proteico, prevalentemente da fonti vegetali, ad esempio attraverso legumi e cereali integrali, ma per questo ti rimando all’articolo dedicato.
In realtà la buona notizia è che la solita dieta sana, completa e bilanciata secondo il modello mediterraneo è perfetta anche in ottica di prevenzione e gestione dell’osteoporosi, ma vale sicuramente la pena scendere nel dettaglio sui due nutrienti nominati prima.
Il calcio è sicuramente il componente più importante delle ossa, ma il suo metabolismo è intimamente legato a una marea di altri nutrienti, che possono aumentare o diminuire il tuo fabbisogno di calcio: se vuoi approfondire non posso che consigliarti questo video del Dr. Vendrame, ma per i nostri scopi può essere sufficiente limitarci a ricordare alcune delle fonti più importanti, che ben si incastrano in una dieta varia e completa, che deve essere il tuo obiettivo principale:
- Latte e latticini, ma su cui è bene non esagerare
- Cavolo nero e brassicacee in genere, come broccoli e cavoli vari
- Rucola (che, detto tra noi, non sopporto)
- Pesci che possiamo mangiare comprensivi di lisca, o che vengono vendute in scatola con la lisca stessa, che anche se togli prima del consumo avrà comunque fatto in tempo a cedere parte del calcio alla carne
- Anche le vongole garantiscono un buon apporto
- Mandorle, una miniera di minerali utili come tutta la frutta secca a guscio
- Soia e derivati, ad esempio il tofu, se preparato con sali di calcio, può diventare quasi paragonabile a un integratore, senza contare che l’apporto di fitoestrogeni può essere un plus da non sottovalutare in termini di osteoporosi da menopausa. Segnalo anche che diversi latti di soia sono addizionati di calcio e possono essere una buona soluzione, ma verifica sempre l’eventuale quantità di zuccheri aggiunti
- Curiosamente anche le arance ne contengono buone quantità
- e infine l’acqua potabile, un alimento spesso sottovalutato, ma che può invece essere una fonte rilevante di calcio, soprattutto optando per quelle definite calciche.
Il calcio viene peraltro assorbito meglio se l’assunzione dei cibi che ne sono ricchi viene distribuita durante tutto il giorno.
Attenzione agli integratori di calcio, da assumere se e solo se espressamente prescritti dal medico, perché soprattutto in alcuni soggetti potrebbero causare problemi a livello cardiaco (per la serie… è un integratore naturale, che male potrà fare?).
Per quanto riguarda la vitamina D ne abbiamo già parlato in passato, ma vale la pena ricordare che la dieta non può fare molto in questo senso e l’esposizione al sole, per dare modo alla tua pelle di produrre le quantità necessarie, è sempre il sistema migliore. Quando non sia possibile si può valutare con il medico di ricorrere a un integratore.
Farmaci
Due parole conclusive sui farmaci e in particolare sui bifosfonati, la classe di farmaci più prescritta a questo scopo e capaci di inibire il riassorbimento osseo, ovvero limitare l’inevitabile e progressiva perdita di densità ossea.
Sono ragionevolmente efficaci in questo, ma c’è comunque un vivace dibattito sul loro rapporto rischio/beneficio (c’è ad esempio qualche dubbio sull’opportunità di prescriverlo in prevenzione primaria, ovvero prima di qualsiasi frattura) e quindi, come sempre, a mio avviso vale la pena impegnarci per fare in modo di non mettere il medico nelle condizioni di dovercelo prescrivere.
Fonti e bibliografia
- NIH
- Osteoporosis: the emperor has no clothes – T. L. N. Järvinen, K. Michaëlsson, P. Aspenberg, H. Sievänen
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.